Edmonia, la scultrice che si impose nella Roma dell'800: è la protagonista del nuovo romanzo di Igiaba Scego

Sabato 15 Febbraio 2020 di Riccardo De Paolo
Edmonia, la scultrice che si impone nella Roma dell'800: è la protagonista del nuovo romanzo di Igiaba Scego

Nell'Ottocento non era facile, per le viaggiatrici, intraprendere da sole il Grand Tour; molte si affidavano ad agili libretti - come le guide Murray's - con i consigli d'abbigliamento, di conversazione, in ogni Paese d'Europa. Ma se poi la donna era anche nera, e lesbica, spostarsi era come scalare una montagna senza scarpe.

IL PERSONAGGIO
Edmonia Lewis (1844-1907) era una di queste viaggiatrici coraggiose. Scultrice, discendente di afroamericani e nativi Mississauga canadesi, negli Usa non aveva avuto vita facile. Ma è in Italia, dove arriva nel 1866, che trova un ambiente ideale per creare i suoi tormentati capolavori. Allo stesso modo, l'attivista abolizionista Sarah Parker Remond arriva nel 1867 prima a Firenze e poi nella Capitale, dove diventa una ostetrica molto apprezzata, e ci resta fino alla morte.
Igiaba Scego, scrittrice nata a Roma di orgine somala, si è ispirata a questa e ad altre figure emblematiche di quel tempo per il suo nuovo romanzo, La linea del colore. La sua protagonista, Lafanu Brown, è pittrice e ha, come Edmonia, lo stesso sangue misto. «Il romanzo si apre nel 1887, quando la popolazione apprende la notizia della strage di Dogali, in Eritrea - racconta Scego - ho immaginato cosa poteva succedere con l'arrivo di Lafanu in un simile contesto di cordoglio e commozione».

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Nella realtà, «anche Edmonia fatica a inserirsi», racconta l'autrice. «Viene accolta amichevolmente da un gruppo di scultrici americane bianche; c'era Harriet Hosmer, una donna dal piglio molto maschile, con il polso della situazione; anche un'attrice, Charlotte Cushman; lei, unica afroamericana, era una vera rarità in quel'ambiente».
Roma costituiva, per molti stranieri, un ambiente davvero magico; «e anche le donne riuscivano a vivere con grande libertà», rispetto agli standard dell'epoca. «Pensi per esempio a romanzi come Il fauno di marmo, di Nathaniel Hawrthorne», dice Scego. «Molti libri del Grand Tour erano romanzi, ma venivano spesso usati come guide turistiche».





È a Roma che la scultura di Edmonia cambia completamente, comincia a fiorire. «Lei all'inizio fatica - dice l'autrice - perché dipende da queste donne; ma poi si fa una sua clientela. Vive in diverse parti della città, sempre in centro, in via della Frezza, in via Gregoriana, via XX Settembre. Roma era importante per la scultura, perché era molto facile trovare il marmo di Carrara e il costo della vita era alla portata di tutti. Gli artisti ricevevano molte commissioni dall'America: la guerra civile aveva creato una grande richiesta di statue celebrative».

IL SARCASMO
C'è una potente Morte di Cleopatra, della Lewis, allo Smithsonian Museum; il suo stile neoclassico si impone. Ma sarebbe ingiusto pensare che l'arte abbia potuto difenderla come uno scudo impenetrabile. Un altro frequentatore e ammiratore dell'Italia dell'epoca, lo scrittore Henry James - racconta Scego - scrisse di questo gruppo di scultrici, e non riuscì a fare a meno di notare il colore della pelle di una di loro «così diverso dal marmo» su cui doveva lavorare.
 

Ultimo aggiornamento: 10:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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