La forza delle donne nella battaglia al virus, ecco perchè si ammalano meno degli uomini

Sabato 21 Marzo 2020 di Valentina Arcovio
La forza delle donne nella battaglia al virus, ecco perchè si ammalano meno degli uomini

Nell'era Covid-19 le donne sono chiamate ancora una volta a mostrare la propria forza. Straordinariamente resilienti allo stress dello smart working, divise tra lezioni scolastiche virtuali, cucina e faccende domestiche. La loro capacità multitasking è ora ai massimi livelli. Subito pronte ad affrontare le paure, le proprie e quelle di cari e amici. Non solo. Dati alla mano, le donne risultano più resistenti degli uomini anche all'attacco del virus. E anche se colpite, difficilmente soccombono.

I NUMERI
I numeri non mentono. Prima quelli cinesi, secondo i quali il tasso di mortalità dei contagiati da coronavirus risulta essere del 2,8% per gli uomini contro l'1,7% delle donne. Un gap evidente anche nel nostro paese, secondo l'ultima indagine dell'Istituto superiore di sanità (Iss). Ad esempio, su oltre 2mila deceduti, le donne sono molto meno della metà degli uomini. Precisamente 601 contro 1402 uomini morti. Secondo l'Iss, negli uomini la letalità risulta più alta, il 7,2%, mentre nelle donne è del 4,1%. E l'età delle donne decedute è più alta rispetta a quella degli uomini, cioè 83,7 anni contro i 79,5 uomini. «Non sappiamo ancora a cosa sia dovuta questa forbice - ammette Giovanni Rezza, direttore del dipartimento di Malattie infettive dell'Iss - servirà ancora tempo e ci sarà bisogno di un approfondimento per capirlo». Ma qualche ipotesi già l'abbiamo. La più probabile è paradossalmente anche la più controintuitiva e riguarda l'enzima di conversione dell'angiotensina 2 o meglio noto come ACE2, che sappiamo essere la «porta d'ingresso» del nuovo coronavirus nelle cellule. «Le donne hanno notoriamente una maggiore espressione di ACE2 e questo ci indurrebbe a concludere, sbagliando, che sono più a rischio. Si può pensare, ad esempio, che più porte d'ingresso' ha il virus, maggiore sarà il contagio e la gravità dell'infezione», dice Giuseppe Remuzzi, direttore dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano.

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PORTA CHIUSA
«In realtà non è così perché al virus non basta attraversare questa porta, ma ha bisogno di un altro enzima per iniziare a fare danni», dice Remuzzi. Avere quindi più ACE2 non è un problema. «Anzi potrebbe essere il segreto della maggior resistenza delle donne o almeno è questa l'ipotesi su cui stiamo lavorando, anche se non sappiamo ancora il perché», sottolinea Remuzzi. «Ed è per questo che si sta valutando anche l'ipotesi di utilizzare il losartan, un farmaco utilizzato per aumentare l'espressione di ACE2, contro il Covid-19 nella speranza che possa avere un effetto protettivo», aggiunge. Un'altra possibile spiegazione della maggior resistenza delle donne al coronavirus riguarda le abitudini e lo stile di vita. Pensiamo al vizio delle sigarette: nella popolazione cinese fuma il 52% degli uomini e solo il 3% delle donne. Anche da noi le fumatrici sono meno dei fumatori: secondo l'Iss il vizio delle «bionde» riguarda 16,5% delle donne contro il 28% degli uomini. Altra ipotesi allo studio è quella ormonale. «È noto che gli estrogeni, gli ormoni femminili, garantiscono alle donne una maggior protezione contro diverse patologie rispetto agli uomini», dice Massimo Andreoni, primario del reparto di Malattie infettive del policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit). «Ma è solo un'ipotesi generale, che va poi dimostrata e spiegata scientificamente», aggiunge. Anche perché, il gap di mortalità tra donne e uomini è evidente anche in tarda età, quando i livelli degli estrogeni diminuiscono nelle donne. Ma la differenza ormonale potrebbe spiegare anche la maggior resilienza delle donne allo stress, all'ansia e alla frustrazione. «Sono le donne a esserne maggiormente esposte, poiché oltre allo smartworking devono gestire la casa, i figli e magari anche trovare il tempo di dedicarsi un po' a loro stesse», dice la psicoteraeuta Eleonora Iacobelli, presidente dell'Eurodap (Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico) e responsabile Trainer del Centro Bioequilibrium.

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ADATTAMENTO
«Una ricerca dell'Università di Buffalo ha dimostrato che la presenza di estrogeni - continua - aiuterebbe le donne ad avere maggiori capacità di coping e a fronteggiare con maggiore efficacia le situazioni stressanti. Al contrario degli uomini, che prediligono le reazioni aggressive, di attacco, le donne avrebbero una maggiore capacità di adattamento e ciò consentirebbe loro di poter far fronte in maniera più funzionale allo stress». Tuttavia, le donne non sono invincibili. Anzi, in questo periodo di convivenza forzata c'è il timore che alcune non siano al sicuro tra le mura domestiche. Sono le vittime di abusi che in questa emergenza rischiano di più. Non a caso i centri antiviolenza italiani stanno lanciando appelli rivolti a chi si trova in situazioni di pericolo: «Chiedete aiuto», ricordando che si può chiamare gratuitamente il numero 1522, servizio pubblico della Presidenze del Consiglio-Dipartimento Pari Opportunità, attivo 24 ore su 24, oppure in chat, se non vogliono essere scoperte. Dai dati del Telefono Rosa emerge che le telefonate nelle prime due settimane di marzo sono diminuite del 55,1%. Una campagna informativa sui social è stata lanciata dalla ministra alle Pari Opportunità e alla Famiglia Elena Bonetti: «La porta per uscire dalla violenza è sempre aperta come è sempre attivo il numero antiviolenza 1522». Nessuna chiusura anche per i centri antiviolenza e le case rifugio.

Ultimo aggiornamento: 09:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA