Violenza sulle donne in casa, c'è l'app che avvisa la polizia

Domenica 29 Marzo 2020 di Valentina Errante
Violenza sulle donne in casa, c'è l'app che avvisa la polizia

 Un'app per salvare le donne, costrette dall'emergenza sanitaria, alla convivenza forzata anche con mariti o compagni violenti. Ma anche per chiedere aiuto o denunciare episodi di bullismo. Si chiama Youpol l'applicazione della polizia di Stato che può essere scaricata sui cellulari e utilizzata da chi sia vittima o testimone di episodi di violenza domestica. Chi lancia l'allarme, scrivendo o mandando una foto, sarà geolocalizzato e la posizione trasmessa alla questura territoriale. Un'iniziativa del ministero dell'Interno, realizzata d'intesa con quello delle Pari opportunità. Ad annunciarla, in un videomessaggio su Youtube, postato sul sito del Viminale, è stato lo stesso ministro dell'Interno Luciana Lamorgese. «Questa ha spiegato il ministro - è un'iniziativa che abbiamo assunto anche d'intesa con il ministro delle Pari Opportunità Elena Bonetti, perché abbiamo avvertito l'esigenza di essere vicino ai più deboli, ai più fragili in questo momento di difficoltà per l'Italia».

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D'altra parte l'Onu ha lanciato un allarme specifico. «È altamente probabile che il livello della già diffusa violenza domestica aumenti, come già suggerito da indicazioni preliminari di polizia e operatori - ha detto il relatore speciale dell'Onu per la violenza contro le donne, Dubravka Simonovic - Per fin troppe donne e bambini la casa può essere un luogo di paura e abuso. Una situazione che si aggrava considerabilmente in casi di isolamento come il lockdown imposto nell'emergenza Covid-19»
In Italia già nei giorni scorsi, dal Viminale, era partita una direttiva ai prefetti perché venissero supportati i centri antiviolenza e le case rifugio, anche individuando nuovi spazi. «In questo momento ha aggiunto Lamorgese nel video - si possano trovare le giuste modalità di accoglienza per chi è in difficoltà e oggetto di queste violenze. Noi siamo sempre vicini a voi. Quindi abbiate fiducia nelle istituzioni».

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IL VIDEOMESSAGGIO
Sono un invito e una rassicurazione a chi subisce violenza, le parole pronunciate da Luciana Lamorgese nel videomessaggio. «Per contrastare il contagio da Coronavirus dice - siamo tutti costretti a rimanere a casa, ma le istituzioni continuano a rimanere al vostro fianco e se avete problemi non esitate a chiamare i numeri di emergenza e gli operatori di polizia vi risponderanno immediatamente». Poi l'annuncio: «Laddove voi non poteste chiamare, perché siete soggetti o testimoni di episodi di violenza domestica, potete scaricare un'app della polizia di stato, youpol, perché verrà geolocalizzata la vostra posizione e trasmessi i dati alla questura del vostro territorio. La polizia di stato e gli operatori delle forze di polizia sono sempre vicini a voi. Non abbiate timore».

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LA CIRCOLARE
La circolare del 21 marzo invita tutti prefetti a verificare sui territori, anche coinvolgendo i comuni e le associazioni, l'esistenza di alloggi o ulteriori strutture, anche temporanee, che possano essere adibite a centri antiviolenza o case rifugio, per risolvere il delicato e grave problema dell'ospitalità di donne vittime di violenze. Una misura emergenziale per chi abbia subito maltrattamenti e, dopo il decreto, si trovi costretto a convivere con mariti o compagni già denunciati.
 

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