Nasce il comitato “Femminicidio in vita”: «Troppi figli strappati alle madri»

Domenica 2 Febbraio 2020
Nasce il comitato “Femminicidio in vita”: «Troppi figli strappati alle madri»

Si chiama “Femminicidio in vita". É il comitato appena nato - e presentato ieri a Roma - per contrastare il fenomeno delle madri a cui vengono tolti i figli.

L'obiettivo è quello di far luce sui tanti casi di donne che nel momento della separazione, spesso da mariti o compagni violenti, vengono relegate al ruolo di "comparse" nella vita dei loro figli e non li vedono più. Il comitato lavorerà nella sede di via Tasso 145 a Roma, tra le mura del Museo Storico della Liberazione. «É sufficiente accusare un genitore (di solito la madre) di sindrome di alienazione parentale per arrivare al prelievo dei figli con destinazione casa famiglia o presso il padre, quand’anche fosse violento», spiegano le promotrici.
Sabato 6 febbraio, annuncia l'agenzia Dire,  il comitato protesterà sotto gli uffici del Parlamento europeo di Bruxelles. «I figli non possono essere strappati ai genitori con motivi pretestuosi, soprattutto a quelli che hanno meno mezzi culturali ed economici per difendere i loro diritti».

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Ecco qualche storia. «Ombretta Giglione di Cittadella, che non vede più suo figlio di 10 anni da quando venne prelevato in modalità coatta a scuola dal padre avvocato; Ginevra Amerighi alla quale venne strappata a soli 18 mesi la figlia, non la vede da ormai nove anni. Imma Cusmai, a cui la figlia è stata sottratta nel 2013 sulla base di una perizia ‘alterata’ e da allora sta affrontando un calvario pressochè quotidiano per non perdere bambina». Il comitato ricorda poi il caso di Laura Massaro, una mamma romana «che ha rischiato di vedersi togliere il figlio già assegnato a una tutrice» e di vederlo entrare in una casa famiglia.

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Il comitato attacca la legge sull’affido condiviso:
«Questa legge si è rivelata, negli anni, una clava usata contro le donne, anche nei casi di violenza. Perché se i figli rifiutano di vedere un genitore, ecco che l’altro viene risucchiato in un vortice di consulenze tecniche d’ufficio, colloqui con gli assistenti sociali, guerre di carte bollate. Con finali spesso drammatici: madri descritte come malevole, istrioniche, colpevoli di scatenare conflitti di lealtà nei bambini. Una legge da abolire, o rivedere nelle sue più oscure convenienze».

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