Il sistema Epstein-Ghislaine travolto dall'onda #MeToo

Sabato 24 Agosto 2019 di Maria Latella
Ghislaine Maxwell scovata a Los Angeles
Pensavano si fosse rifugiata in Massachussetts, a casa di un ex. Invece era qui, a Los Angeles. Una soffiata, o un investigatore privato, l'hanno scovata mentre, seduta in un fast food, leggeva un libro sulla Cia. Jeffrey Epstein non amava le donne. Le usava. Ma si fidava di Ghislaine Maxwell, la donna più ricercata d'America. Almeno per ora. Dicono stia collaborando con gli inquirenti, chissà se è vero. Nel 2008 Jeffrey Epstein, il miliardario arrestato a luglio per reati legati al traffico di minorenni e morto in carcere due settimane fa, era stato processato in Florida e condannato per prostituzione. Tredici mesi di detenzione, in realtà mai davvero scontati perché l'ondata #MeToo non si era ancora scatenata e un uomo ricco di miliardi e di ricatti poteva trovare cento metodi per ammorbidire una sentenza. Li trovò infatti e per più di dieci anni ha continuato la vita e a quanto pare i reati di sempre. Poi è arrivato #MeToo, il processo al produttore Henry Weinstein, i sospetti su Woody Allen (altro buon amico del finanziere newyorkese). Senza #MeToo forse sarebbero rimaste nel freezer le accuse che decine di ex ragazze da anni muovevano contro Epstein e contro quel mondo di agenzie per modelle che in realtà gestiscono prostituzione per selezionata clientela.
POVERE E GIOVANI
Ricchi come e più di Epstein. Ricchi e ipocriti, perché mentre donavano fondi per la beneficenza, selezionavano le prede tra le ragazze più povere e dunque più manipolabili. Ghislaine Maxwell no. Lei povera non è mai stata, era stata anzi molto ricca. Quando conobbe Epstein non era più miliardaria, ma se nasci nel jet set qualcosa ti rimane attaccato. Non era nemmeno tanto magra, Ghislaine, ma per Epstein lo era diventata. Dieta Auschwitz spiegava a chi le chiedeva come potesse mantenere la taglia 38. Discutibile humour britannico per la figlia di un ebreo la cui famiglia era stata sterminata dai nazisti. Se c'è una donna che ha a sua volta usato, forse amato, certamente servito più di tutte Jeffrey Epstein questa è Ghislaine Maxwell, ultimogenita del tycoon dei media Robert Maxwell. Suo padre, come Epstein, dal niente arrivato al potere e al denaro. Entrambi suicidi. Il romanzo che lo scrittore britannico Jeffrey Archer ha dedicato all'avventurosa vita e all'oscura morte del padre di Ghislaine, Robert Maxwell, prende avvio il 5 novembre 1991. Captain Dick deve versare alla banca 50 milioni di dollari entro 24 ore, altrimenti sarà bancarotta agli occhi del mondo. Sul ponte del suo yacht battezzato con il nome della sua ultima figlia lady Ghislaine, Maxwell, nudo, guarda l'acqua e la notte scura: forse vale la pena di passare in rassegna la vita prima di lasciarla andare via. Chissà se lo stesso pensiero ha attraversato la mente di Jeffrey Epstein mentre, nella squallida cella del carcere newyorkese dove era detenuto, arrotolava attorno al collo il lenzuolo che l'avrebbe strangolato. Sempre che a farlo sia stato davvero lui. La vita e la morte dei due uomini chiave di Ghislaine Maxwell hanno troppi tratti in comune per non evocare Edipo e i suoi derivati. «Amava Epstein così come aveva amato suo padre. Pensava che se avesse fatto ancora qualcosa per Jeffrey, alla fine lui l'avrebbe sposata», confidò anni fa a Vanity Fair una che conosceva entrambi. Così oggi è proprio lei, Ghislaine, il personaggio di cui si vorrebbe sapere di più in tutto il tragico e anche disgustoso affaire Epstein. Lei, l'ex miliardaria rimasta a galla grazie ai traffici e ai soldi del finanziere che per regalo di compleanno, sostiene il Daily Mail, si faceva mandare da Parigi delle dodicenni. Ghislaine e le studentesse, cameriere, estetiste reclutate tra le più povere.
PEDOFILIA GLAMOUR
Le ex ragazze ora quarantenni che hanno fatto riaprire il caso Jeffrey Epstein, accusandolo di aver gestito un mercato della pedofilia glamour. Sono loro che puntano il dito, e non da ora, contro Ghislaine. Sarebbe stata l'organizzatrice della vita sessual-sociale del miliardario e dei suoi ospiti. Ghislaine ha sempre negato e non è mai stata incriminata, ma per gli investigatori ci sono tracce di una vita comune: con Epstein condivideva amicizie e, accusa Virginia Giuffrè, a volte anche i massaggi. Nata nel 1961 a Maisons-Laffitte, Ghislaine è una degli otto figli che Robert Maxwell aveva avuto dalla francese Elizabeth. La famiglia vive prima a Parigi e poi si trasferisce a Headington, vicino Londra. I successi e le ambizioni del padre crescono di pari passo alla megalomania del tycoon che possiede giornali a Londra e New York. Successi, dolori e perché drammi familiari come la morte per leucemia di una delle bambine, Karen, e quella del figlio più grande, Michael, dopo 6 anni di come. Ghislaine studia a Oxford, frequenta l'aristocrazia britannica, incluso il suo coetaneo principe Andrea (ieri accusato per un massaggio con una giovane a casa Epstein), entra a far parte di quel jet set che tanto piace a suo padre per fare affari. Poi, il 5 novembre 1991, tutto crolla. Robert Maxwell muore in circostanze oscure, due dei figli vengono arrestati con l'accusa di aver sottratto insieme al padre 750 milioni di sterline destinati al fondo pensione dei dipendenti del gruppo. Per Ghislaine Maxwell, Londra non è più la città dove fare lunch con le amiche. Meglio cambiare aria e tentare la fortuna a New York: negli anni 90 essere British e ben introdotta valeva ancora qualcosa. Vale molto, moltissimo per Jeffrey Archer, per esempio. I due si incontrano a Manhattan ed è affare fatto. Per lei anche amore, forse. Per lui una relazione di fiducia che durerà per sempre. Ghislaine lo introduce ai Clinton (sarà invitata al matrimonio della figlia Chelsea), al principe Andrea e chissà, forse anche a quel Jean Luc Brunel, apparentemente titolare di un'agenzia parigina di modelle, da tempo sospettato di essere in realtà un selezionatore di minorenni per Epstein e i suoi amici. «SPAZZATURA»
La più implacabile accusatrice di Ghislaine Maxwell, Virginia Roberts Giuffrè, vive una vita che è l'esatto contrario del luccichio da jet set di Epstein e Ghislaine.
Famiglia modesta, studia e lavora part time a Mar-alago, dove Trump ha il suo resort. Lì Ghislaine la recluta per Epstein. Al Miami Herald, Virginia ha raccontato di essere stata formata da Ghislaine Maxwell per non lasciare in alcun modo insoddisfatte le esigenze sessuali del miliardario. Epstein aveva fissato la cornice: le ragazze dovevano essere pagate cash e selezionate tra le categorie vulnerabili, povere e giovani. Ghislaine eseguiva. Per lui aveva anche imparato a guidare gli elicotteri: «Essenziale per far volare sull'isola dei Caraibi ospiti famosi senza troppi occhi indiscreti». Certo, il lavoro era di quelli full time. Se Epstein aveva bisogno di tre orgasmi al giorno, il turn over delle prestazioni non poteva che essere frenetico. Ghislaine cercava ragazze ovunque: nelle Spa in Florida (come accade per Virginia Giuffrè), nei college tra le studentesse più avide o sprovvedute. E poi, certo, c'erano quelle che credevano davvero di poter fare le modelle. Quelle smerciate da Jean Luc Brunel. Ragazze merce, appunto. «Loro? Loro sono niente. Sono spazzatura», diceva Ghislaine, convinta di appartenere al girone dei superuomini. Quelli che non pagano mai. Oppure sì, ma solo ogni tanto. Ogni tanto finiscono in mare, nella notte mediterranea. O con un lenzuolo attorno al collo, in una cella a New York.

 
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