Una giornalista arrestata in Marocco per avere abortito, le proteste infiammano il paese

Sabato 14 Settembre 2019 di Franca Giansoldati
Una giornalista arrestata in Marocco per avere abortito, le proteste infiammano il paese

In Marocco è stata arrestata la giornalista Hajar Raissouni, 28 anni, con l'accusa di aver abortito illegalmente e di avere avuto una relazione extra matrimoniale. La giustizia marocchina – che ha basi coraniche - ha deciso di rinviare il processo al 16 settembre, rigettando la domanda dei legali della donna di ottenere la libertà provvisoria, dopo quattro ore di aula e una infinità di polemiche.
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La ragazza era stata arresta mentre usciva da una clinica a Rabat, la capitale del Regno del Marocco. Gli avvocati hanno spiegato di avere in mano tutti i documenti comprovanti che il feto era già morto quando Hajar è arrivata in clinica e che, dunque, non si tratterebbe di un aborto ma di una operazione sanitaria per salvarle la vita a seguito di una emorragia interna. Le accuse di procurato aborto in Marocco sono pesanti e hanno dato vita a proteste in tutto il paese a sostegno della giornalista arrestata. Centinaia di donne sono scese in piazza urlando slogan del tipo: «l'utero è mio, una mia scelta, la mia libertà» mettendo in evidenza la mancanza di diritti delle donne. 
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Solo l'anno scorso la giustizia marocchina ha perseguito oltre 14 mila persone per avere avuto in pubblico atteggiamenti ritenuti immorali, oltre 3 mila quelle arrestate per adulterio e 73 per aborto. Ma le statistiche ufficiali non sono che una minima parte di quelle non ufficiali che parlano di almeno 800 aborti clandestini praticati ogni giorno in Marocco, secondo le stime di alcune associazioni femminili marocchine e riportate dal quotidiano francese Le Monde.
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Il dibattito sulla depenalizzazione dell'aborto è destinato a protrarsi ancora e la giovane giornalista di fatto è diventata il simbolo del movimento femminile. 

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