Marche resilienti, la foto del bacio nel fango di Senigallia: «L'amore vince su tutto, anche sull'alluvione».

Lunedì 19 Settembre 2022 di Gianluca Murgia
Marche resilienti, la foto del bacio nel fango di Senigallia: «L'amore vince su tutto, anche sull'alluvione».

La foto del bacio di Senigallia, tra due fidanzati, nel fango, con gli abiti sporchi di melma, ha fatto il giro del social e del Web. Perché ci sono delle foto che hanno il potere di parlare alle persone. E la loro è una lingua universale. Non c'è Instagram o hashtag che tengano. Sono foto nude e crude, immagini potenti, evocative, diverse, coinvolgenti, che fanno riflettere e hanno la capacità di andare dirette al cuore. Come la coppia di fidanzati che si bacia nel fango di Senigallia o il piccolo Francesco, 7 anni, uno in meno di Mattia Luconi, che ieri è andato con i genitori a ripulire la falegnameria del padre di un suo compagno di scuola. Troppo semplice e facile dire che dal fango dell'alluvione che ha devastato la provincia di Ancona e quella di Pesaro e Urbino, dalla desolazione, dal dolore più profondo di chi ha perso tutto, a volte può nascere o consolidarsi la speranza.

Ma le foto dicono questo, invitano a questo.

Bacio nel fango

La prima foto arriva da Senigallia: un bacio tra due fidanzati nel fango di una città ferita. La pala appoggiata alla ringhiera, stivali e guanti ancora addosso, il fango come tappeto viscido, freddo, invadente a cui fanno da contraltare il cielo azzuro e quel gesto d'amore. «La foto ce l'ha scattata una nostra amica in una delle zone più colpite dall'alluvione - racconta la ragazza -. Io e il mio fidanzato non abbiamo alcun interesse che venga pubblicata la nostra identità, ci piace pensare che l’amore vinca su tutto e questa foto lo racconta». Come nel celebre scatto del 1945, a Times Square, per la fine della Guerra Mondiale quando Alfred Eisenstaedt immortalò l'aderenza di labbra tra una infermiera e un marinaio: diventò la copertina della rivista Life e, in generale, simbolo di speranza. L'identità dei due si scoprì solo tanti anni dopo. Ma non era determinante: quel bacio era tutto e, come ora a Senigallia, andava al di là delle persone: è l'emblema della resilienza tutta marchigiana e dell'amore per il nostro territorio.

Il bambino che lavora nella melma

La seconda istantanea arriva da Ripe e ritrae Francesco, un bambino di 7 anni, al lavoro. Il volto è oscurato, gli stivali sono probabilmente di qualche misura più grande, la maglietta e pantaloni sono completamente ricoperti di fango. Abita in zona Ripe, poco sopra zona alluvionata. La zona è quella industriale a Casine di Ostra. Ieri pomeriggio è andato con i genitori ad aiutare il padre di un suo compagno di scuola, nella loro piccola falegnameria colpita violentemente dall'alluvione. La comunità che riparte, che si aiuta. Altra immagine che scalda il cuore.

La bibbia che non affonda

La terza fotografia merita un racconto a parte. L'ha postata sui social Luca Principi che, piccolo particolare, dal 2016 è il parroco di Pianello di Ostra e Casine di Ostra, epicentro dell'inferno di fango, acqua, paura e morte. Don Luca, 58 anni, ordinato nel 1988, ha voluto condividere quella fotografia particolare sul proprio profilo Facebook. È quella dell'unico libro che si è salvato nel suo Oratorio sommerso dall'alluvione: la Bibbia, aperta  e posta in un leggio, su un tavolo. «Mentre tutto intorno è caduto - ha rivelato il parroco -, il tavolino ha galleggiato fino al soffitto e poi è ridisceso nello stesso posto. La Bibbia è rimasta aperta nella pagina della prima comunità Cristiana. Atti 2,42». Leggiamo: "Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere. Un senso di timore era in tutti e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli". E il segno, anche qui, è stato potente, chiaro, sorprendente. 

Ultimo aggiornamento: 20 Settembre, 16:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA