​La maggiore ferocia è degli uomini non delle bestie

Sabato 9 Luglio 2016
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Egregio direttore,
ho avuto due gatti che per vent'anni non hanno mai fatto entrare nessun animale nel nostro giardino di casa. Cani, gatti, ricci, chiunque osasse anche solo avvicinarsi, era attaccato. Un giorno ho notato che una gatta era entrata in giardino. Si era addirittura spinta fino al patio, mentre i nostri due gatti la guardavano senza alcuna reazione.
Dopo qualche istante ho capito il perché: era incinta. L'hanno lasciata perfino nutrirsi nella loro ciotola. Racconto questo perché nell'attacco terrorista in Bangladesh, una donna incinta al quinto mese è stata torturata e uccisa. Traetene voi le conclusioni. 

Roberto Venerando

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Caro lettore,
spesso noi usiamo il termine “bestiale” per indicare forme di violenza estreme e brutali, da cui è cancellata ogni traccia di compassione e di rispetto della dignità. In realtà, come la cronaca e la storia purtroppo ci ricordano, sono gli uomini e non le bestie, gli esseri animali capaci della peggiore ferocia.
Soprattutto quando la loro dote più importante e distintiva, l’uso della ragione, è offuscata dagli integralismi ideologici o religiosi. Del resto, come ha scritto qualcuno, “al mondo non c’è bestia più temibile per l’uomo, che l’uomo stesso”. Tragedie come quelle di Dacca servono, drammaticamente, a ricordarcelo.
Ultimo aggiornamento: 14:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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