Conviviamo già con tanta violenza, impariamo ad abbassare i toni. Il caso di un marinaio un po' sopra le righe

Giovedì 21 Aprile 2022
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Egregio Direttore,
mi permetto di condividere con lei uno spiacevole ed emblematico episodio di cui sono stato testimone stamane.
Vaporetto linea 5,1 da Piazzale Roma a Venezia direzione Lido. Vaporetto con ritardo di 5 minuti. Coda per imbarcarsi ed inevitabili proteste di chi viene lasciato a terra. Va da se' che, pur essendo oggi giorno feriale , a causa impennata di turisti (finalmente) di cui siamo testimoni in questi giorni ed inaugurazione della Biennale, certe linee Actv sono senz'altro sotto pressione e probabilmente la gestione delle stesse forse potrebbe essere idealmente migliorata. Ma ciò che va assolutamente migliorata è la professionalità o la mancanza della stessa di alcuni dipendenti, come nel caso del marinaio del vaporetto in questione che, a chi protestava perché lasciato a terra, ha a più riprese sbraitato che la colpa è di noi utenti che abbiamo votato questo sindaco. Ovviamente ognuno di noi e' libero di manifestare qualsiasi simpatia o antipatia di carattere politico ma non certamente durante lo svolgimento di un pubblico servizio. Questo è, a mio modesto parere, decisamente inaccettabile.

Riccardo Ventura
Venezia


Caro lettore,
posso comprendere lo stress e le arrabbiature di chi lavora in condizioni complicate e anche le critiche all'organizzazione dei trasporti acquei veneziani. Ma sottoscrivo parola per parola le sue considerazioni finali: gli ambiti in cui una persona può esprimere le sue idee politiche sono tantissimi. Certamente non può trasformare il suo posto di lavoro in una tribuna elettorale in cui rendere note al mondo le sue opinioni. Tanto più se è un dipendente pubblico a stretto contatto con i cittadini. Per evitare fraintendimenti, aggiungo che, ovviamente, ciò vale per le critiche al sindaco di Venezia come a quelle rivolte ad ogni altro esponente politico o amministratore di qualsiasi partito o movimento. Più in generale penso anche che tutti dovremmo fare uno sforzo per abbassare i toni. Per dare più spazio al pensiero che all'invettiva. Viviamo già momenti difficili, abbiamo attraversato la pandemia e siamo precipitati nella guerra. Il tasso di violenza, di contrapposizione, di incomprensione è già altissimo. Non è il caso che contribuiamo ad elevarlo ulteriormente. Anzi dovremmo fare l'esatto contrario. Imparando a dare alle cose il loro giusto peso. Pensiamoci: c'è gente che a poche centinaia di chilometri da noi è sotto le bombe. Siamo così certi che perdere un vaporetto o dover ascoltare le proteste di un utente rimasto a terra sia un dramma?
 

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