La strana storia del vigile che timbrava in mutande: comportamento discutibile, ma non perseguibile

Mercoledì 22 Gennaio 2020
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Egregio Direttore, 
ho sentito l'altra sera al Tg che alcuni dei furbetti di Sanremo sono stati assolti perchè il «fatto non sussiste». Ora penso che se il comportamento del vigile e degli altri assolti non è penalmente perseguibile, lo è certamente dal punto di visto etico e morale. Cosa insegniamo ai nostri figli?? Che in Italia i furbi hanno sempre ragione e che pertanto non vale la pena di essere onesti e virtuosi? Mi chiedo anche quale finanziere si darà la pena in futuro di controllare il corretto comportamento dei cittadini quando il loro lavoro viene vanificato in questo modo? Il mondo riderà di noi e della nostra giustizia e ce lo meritiamo ed io, oltre alla rabbia, mi sono vergognato di essere italiano.


Stefano Domenichelli
Padova


Caro lettore, 
non si affligga eccessivamente. La notizia del Tg va completata: solo una parte, 10 per l'esattezza, dei vigili e degli addetti comunali coinvolti in quell'inchiesta è stata assolta. In 16 sono stati invece rinviati a giudizio e saranno quindi processati e altri 16 hanno patteggiato pene comprese tra i 10 e i 19 mesi. Numeri che dicono una cosa molto chiara: la gestione del personale nel municipio di Sanremo era quantomeno allegra e l'inchiesta della Guardia di Finanza lo ha dimostrato. Ha fatto però clamore l'assoluzione del vigile - oggi ex in quanto licenziato dopo i fatti emersi - più volte fotografato a timbrare il cartellino in mutande. Secondo il giudice però, «il fatto non sussiste», ossia non rappresenta un reato, perchè il vigile in questione aveva il compito di aprire il mercato cittadino ogni giorno alle 5.30, per poi prendere servizio alle 6. Ma poichè, talvolta, si dimenticava di timbrare subito, abitando nelle vicinanze, rimediava poi andando a farlo in mutande. Quindi, così ha spiegato, tornava a casa, si vestiva e andava come previsto al lavoro. Per lui, ovviamente, era una cosa del tutto normale. Che problema c'era? Per caso screditava la divisa? Ma cosa volete che sia! Del resto, altre volte, il suo cartellino lo aveva fatto timbrare alla figlia. Anche qui: c'è forse qualcosa di strano o di irregolare? A quanto pare no. Per il tribunale, infatti, siamo di fronte a comportamenti forse poco eleganti e discutibili, ma non perseguibili. E lo ha quindi assolto. Ora il vigile, forte della sentenza, attende di essere riassunto e anche adeguatamente risarcito. Immaginiamo voglia lasciare lui «in mutande» il Comune. 
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