La proverbiale spregiudicatezza della Cina e la Via della Seta che ora non conviene più

Domenica 28 Maggio 2023

Egregio direttore,
se la guerra in Ucraina non fosse una questione estremamente tragica, ci sarebbe da ridere nell'apprendere che la diplomazia cinese propone come soluzione al conflitto il riconoscimento delle annessioni russe dei territori ucraini occupati. Strano che Xi Jinping non si sia accorto dello scivolone, della contraddizione tra la sua prima bozza di accordo che prevedeva il rispetto della integrità territoriale degli Stati, in linea con le norme di diritto internazionale, e quella di oggi che sancirebbe la vittoria del criminale di guerra Putin. Forse il dittatore di Pechino sta perdendo lucidità e crede di poter prendere in giro l'Occidente, ma giustizia esige che l'Ucraina possa ripristinare i confini del 1991. Comunque anche questo, diciamo, incidente diplomatico conferma che la Cina Popolare è inaffidabile e, alla luce di ciò, il governo italiano dovrebbe, a mio parere, valutare quanto sia opportuno sostituire la Via della Seta con rapporti commerciali che non favoriscano la politica predatoria cinese.


Mauro Cicero
Mogliano Veneto (Treviso)


Caro lettore,
la spregiudicatezza cinese è proverbiale, non solo in diplomazia.

L'ambiguità con cui si muovono gli uomini di Xi Jinping sullo scenario della guerra russo-ucraina ne è la prova: Pechino ondeggia da mesi tra dichiarazioni ammiccanti verso la Russia, come quella di questi giorni, e atteggiamenti di senso opposto. Può darsi che questa linea ondivaga sia anche la conseguenza di posizioni e sensibilità diverse all'interno del Partito comunista, ma questo, per evidenti ragioni, non possiamo saperlo: la democrazia non ha cittadinanza in quel paese. In ogni caso quale ruolo voglia e possa giocare la Cina nella partita bellica non è affatto chiaro. E non è neppure detto che esista una sola strategia. Pechino è abilissima a giocare su più tavoli e a scompaginare le carte ogni volta che serve. Sulla Via della Seta è successa in fondo la stessa cosa. Presentata come il nuovo modello di economia globale, per Pechino la Via era innanzitutto il grimaldello per entrare in forza in Europa e crearsi un posizione dominante sul piano economico e geo politico. Il governo Conte, non so quanto consapevolmente o meno, si era prestato a questa operazione. Poi però, complice anche la guerra, il quadro in Europa è mutato e la Via della Seta è diventata meno importante e strategica per la Cina. E infatti anche solo in termini di import-export i suoi risultati sono stati assai inferiori alle attese e alle premesse. Anche per questo è facile prevedere che l'attuale governo non rinnoverà l'accordo con la Cina.

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