I politici vanno giudicati per ciò che fanno e non per come scelgono di vestirsi

Domenica 30 Aprile 2023

Egregio direttore,
la segretaria del Pd, il maggior partito della sinistra italiana, erede della tradizione del PCI, che spende 300 euro all'ora per una personal shopper che va in giro a sceglierle e comprarle i vestiti perché lei la segretaria, ha spiegato, che non ha tempo e non ne è capace. Non le fa un po' strano?

R.T.
Padova


Caro lettore,
no, non mi fa strano. E sa perché? Perché credo che i leader politici, a qualsiasi colore e schieramento appartengano, vadano giudicati per ciò che propongono e per ciò che fanno, non per come si vestono né per quanto spendono per il loro abbigliamento, purché naturalmente lo facciano usando soldi loro. Anzi, per certi aspetti penso vada apprezzata la disinvoltura con cui Elly Schlein ha fatto conoscere questi aspetti della sua vita privata e la naturalezza con cui ha confessato di considerare del tutto normale pagare profumatamente una consulente non solo per scegliere l'abbigliamento più adatto al suo ruolo ma anche farsi anche comprare i vestiti. Lei lo trova strano? Io non più di tanto. Perché, potrò sbagliarmi, ma questo modo di essere e di comportarsi esprime esattamente l'idea di Pd e di sinistra che la Schlein rappresenta e vuole rappresentare. Un partito radicale di massa, valoriale e movimentista. Più votato alla difesa dei diritti che dei bisogni. Qualcuno osserverà che le persone normali le cose che la Schlein ha raccontato e che ritiene per lei "naturali" neppure se le sognano. Che le loro esigenze sono ben altre: pagare il mutuo, sostenere economicamente i figli all'università, trovare i soldi per comprarsi (da soli) un abito nuovo, pagare un esame clinico privato per non dover aspettare mesi in lista d'attesa. Tutto vero. Ma Elly Schlein ha la fortuna di non appartenere a questo tipo di mondo. E non è certamente una colpa. Ma soprattutto non pare che sia una priorità da segretario del Pd rappresentarlo. Lo dicono le sue prime scelte. Lo dicono i suoi primi interventi. E lo dice bene anche questa non casuale "confessione" sulla personal shopper che ha fatto tanto discutere.
 

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