Per bloccare il turismo di massa a Venezia si fermano anche gli interessi di molte persone

Giovedì 16 Maggio 2019
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Caro Direttore,
abitando a Venezia in zona via Garibaldi volevo condividere con Lei la bellissima sensazione che nei due/tre giorni corrispondenti alla Vernice della Biennale ho assaporato e assorbito percorrendo questa zona. Finalmente tanta gente bella che, al di là dell'apporto economico che ha sicuramente lasciato a ristoranti e bar, trasmetteva una sensazione di freschezza, novità, cultura assolutamente contagiosa e coinvolgente. Per un paio di giorni Venezia, o per lo meno questa zona, ha avuto un sussulto: sembrava di essere a San Francisco. Appunto solo per un paio di giorni mentre gli altri 363 giorni sono già riservati purtroppo al turismo di mandria, il termine turismo di massa è ormai superato, che quotidianamente si riversa come sciame di locuste con fare rozzo maleducato ed irrispettoso. Questo tipo di pseudoturismo andrebbe combattuto e limitato in maniera determinata e drastica dando corso allo stesso tempo sempre più ad iniziative/eventi internazionali nei più svariati campi dalla moda all'arte, dall'antiquariato alla nautica. Abbiamo enormi spazi che possono essere sfruttati in tal senso e non mi si venga a dire che Venezia è scomoda e che logisticamente non funziona. Biennale docet.


R. Ventura

Caro lettore,
condivido volentieri con lei queste sensazioni. Non vorrei però deluderla: non so quanto sia davvero contagioso per Venezia questo effetto Biennale. Certamente è la dimostrazione che un turismo diverso e un destino diverso per questa città sono possibili. Se non sempre, almeno per alcuni, non sporadici, periodi dell'anno. Ma oltre che affermarlo il cambiamento bisogna volerlo. E a volerlo non devono essere solo i decisori politici ma anche e soprattutto, almeno nella loro grande maggioranza, i cittadini di Venezia, cioè chi abita e vive la città storica. Credo che su questo bisognerebbe avere il coraggio di dire le cose come stanno e cioè che a molti veneziani la città perennemente invasa da turisti mordi e fuggi, quelli che lei un po' brutalmente definisce mandrie, magari non piace, ma conviene. Perché garantisce guadagni crescenti sfruttando semplicemente una rendita di posizione: quella di essere a Venezia o quella, per esempio, di avere quattro mura da affittare a Venezia. Non c'è nulla di male o di strano in tutto ciò. Basta però esserne consapevoli. Non è sufficiente dire basta al turismo di massa e immaginare un diverso uso della città, più selettivo e di maggior qualità. Bisogna decidere come farlo e bisogna anche sapere che un altro modello di turismo va contro gli interessi di tante persone che hanno saputo far fruttare a loro vantaggio il modello Venezia-Disneyland. E che all'atmosfera della Vernice della Biennale Arte preferiscono quella dei pienoni da ponti scolastici.
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