Un innamorato di Venezia ci scrive: bella città, ma perché dovrei viverci?

Mercoledì 22 Maggio 2019
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Egregio sig. Direttore,
non sono veneziano ma avendo sposato una veneziana che ama follemente la sua città, sono spesso a Venezia, che di riflesso, vivo, e comincio a conoscere. Per motivi di lavoro, del resto, abito in una città normale di terraferma, fuori regione. Mi è capitato di assistere il mese scorso ad un episodio che mi ha lasciato perplesso: la casa di famiglia di mia moglie ha le finestre sopra un canale a senso unico e di intenso traffico acqueo (non è Rio Novo). Un pomeriggio un veneziano (conosciuto) ha legato il suo barchino alla riva pubblica del canale e si è allontanato lasciando la sua barca incustodita. Pochi minuti dopo, un barcone di trasporto (altro veneziano conosciuto) non ha mostrato remore a legarsi all'altra riva pubblica di fronte, impedendo così il transito reso difficile anche alle gondole. Entrambe le rive sono notoriamente rive pubbliche, entrambe le imbarcazioni, ribadisco, sono rimaste senza nessuno a bordo e senza nessun recapito da chiamare in caso di necessità. Destino ha voluto che passasse in quel momento l'imbarcazione dei Vigili Urbani. Da cittadino di terraferma quale sono ho pensato subito che provvedessero immediatamente a multare e/o rimuovere le imbarcazioni che stavano occupando le rive pubbliche ripristinando in questo modo la circolazione. Nulla di tutto ciò. I Vigili, tergiversando alquanto, invece non hanno preso alcuna decisione se non attendere che il topista, allarmato da vicini, si recasse con comodo a spostare la barca. Devo scaricare e lavorare è stato chiaramente la giustificazione dell'uomo.Quante volte ho pensato di trasferirmi nella città più bella del mondo, ma ora mi chiedo: in tempi in cui Venezia è alla mercè del turismo di massa, spopolamento dei residenti, e proliferare di b&b e di plateatici, dovrei vivere e magari invecchiare in una città in cui chi deve rispettare le regole si gira dall'altra parte? A fronte di ammirevoli cittadini e delle loro manifestazioni di coraggio a tutela di questa meravigliosa e fragile città, ve ne sono molti che la rendono un far west. In quella situazione, se qualcuno si fosse sentito male, anche un residente, nessuna lancia di ambulanza sarebbe passata per quel canale per salvarlo.

Alessandro Bigoni

Caro lettore, 
la sua lettera era accompagnata da una domanda: Bella città, ma perché dovrei viverci? Che è diventato anche il titolo della rubrica odierna. Perché l'interrogativo che lei pone è lo stesso che in molti, veneziani doc e non, si fanno ogni giorno. Purtroppo più di qualcuno decide anche di darsi una risposta scegliendo di vivere altrove, quasi sempre senza smettere di amare Venezia e continuando a rimpiangere l'unicità e la stravolgente bellezza di questo luogo. Se ciò accade è certamente anche a causa di politiche che per anni non si sono preoccupate di tutelare Venezia, la sua dimensione urbana, i suoi cittadini e il loro diritto a vivere in una realtà così particolare e complessa. Ma, come ho già avuto modo di scrivere, se Venezia si spopola, se è vittima di un degrado crescente e impermeabile alle regole, se si è sottomessa a un turismo sciatto e irresponsabile, la colpa non è solo degli altri, della politica, della globalizzazione o del destino cinico e baro. La sua testimonianza lo dimostra e lo conferma. 
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