Un'amara verità: senza acqua alta a 187 cm Venezia avrebbe continuato ad essere ignorata

Sabato 23 Novembre 2019
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Caro direttore,
Venezia, dunque, è andata sott'acqua, più e peggio del solito. Addirittura, il livello dell'acqua alta era arrivato a m 1,80. Viene fatto notare che questa anomalia dell'acqua alta esiste dal 1966. Allora avevo sette anni e ricordo benissimo come se ne parlava. Posso dire che, da allora, molto se n'è parlato, niente più. Ora ho sessant'anni, comincio a essere anziano. Generalmente, possiamo immaginare quale effetto può fare, soprattutto a chi e' giovane, se un anziano, riguardo a un problema attuale, dice di averne sentito accennare fin da bambino. Qualcuno riderebbe improvvisamente, per lo stupore, altri proverebbero un forte disagio. Però, è vero. Sul Gazzettino leggo che Zaia si sarebbe attivato col governo, ancor prima, il governo sarebbe rimasto indifferente e restio a elargire fondi. Però, per quanto ho sempre sentito, finanziamenti per la salvaguardia di Venezia ce ne sono molti, a lungo e da ogni dove. Il dubbio, come tale, è sempre lecito, non sappiamo quale sia stato l'impiego di quei soldi o anche a vantaggio di chi. Inoltre, perché a questo stato di emergenza, allora, non era stato dato così ampio spazio? A me sembra che taluni ministri e membri della giunta veneta fossero stati troppo impegnati a vaneggiare, sul pericolo di invasori dal mare, di nuovi barbari, che si sta africanizzando il Veneto! Per finire, spero, almeno ora, nel buon gusto di non attribuire la colpa ad altri soggetti,, che ognuno sappia assumersi le responsabilità proprie e anche affrontare, dove necessario, le conseguenze.
Antonio Sinigaglia
Selvazzano Dentro (Padova)



Caro lettore,
l'eccezionale acqua alta dei giorni scorsi, oltre ai danni e ai disagi, ci ha consegnato anche un'amara verità: senza quel record di 187 centimetri fatto segnare la notte di martedì 12 novembre, la politica nazionale avrebbe continuato per chissà ancora quanto tempo a ignorare o sottovalutare il caso Venezia, la sua fragilità, lo scandalo del Mose incompiuto e tutto il resto. Non è una novità. Come spesso succede nel nostro Paese, serve un'emergenza per smuovere la burocrazia, superare vincoli e ostacoli, trovare i fondi necessari. Altrimenti tutto rischia di sprofondare nell'inerzia e nell'indecisionismo più o meno interessato. Anche per questo il gioco di addossare a questa o a quella parte politica la responsabilità di ciò che è accaduto nei giorni scorsi o di ciò che non è accaduto in tanti anni, mi sembra inutile ed ozioso. Dietro alcune polemiche ascoltate è difficile non cogliere il tentativo di approfittare di questa terribile acqua alta del 2019 per pulirsi la coscienza e fare dimenticare pagine poco onorevoli. Perché i nomi e l'appartenenza politica di chi è stato indagato e condannato per le tangenti del Mose sono note a tutti. E non possono essere materia di discussione: c'è chi è stato coinvolto e chi no. Ma sarebbe bene che tutto ciò venisse consegnato alla cronaca giudiziaria e si guardasse a ciò che si deve fare per salvare e salvaguardare Venezia. È stato perso già troppo tempo. Non è il caso di perderne altro in pretestuose polemiche.
Ultimo aggiornamento: 14:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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