Egregio direttore,
da anni la comunicazione sulle alte maree pur corretta crea una percezione sbagliata al mondo intero. Quando sui media si parla di 120 cm di acqua alta a Venezia il messaggio che passa infatti è che nelle calli c'è un metro e venti d'acqua e chissà poi se per giorni o settimane intere. Nel novembre 2019 fu tale il tam tam mediatico sull'Acqua Granda che a distanza di mesi le cancellazioni erano ancora continue in città e a febbraio 2020 ci chiedevano se eravamo riusciti a riaprire la nostra attività dopo l'apparente catastrofe. Certo, molti avevano subito ingenti danni, ma quello che il mondo aveva percepito era una New Orleans dopo l'uragano Katrina, una città devastata dove andare a fare turismo non aveva alcun senso per mesi interi. Si è provato in passato a far capire, in modo che potesse essere comunicato in tal modo, ai media il significato di sul livello medio mare e quindi che ai 120cm si doveva aggiungere proprio questa indicazione. Non funziona, il messaggio non passa. La mia proposta è di cambiare dato di riferimento prendendo magari come tale piazza San Marco (il punto più basso della città +80cm rispetto appunto al livello medio mare). Allora i nostri 120cm diventerebbero 40cm e i potenziali turisti non telefonerebbero per sapere come facciamo noi veneziani a uscire di casa con l'acqua fino al torace.
Gianni Serandrei
Venezia
Caro lettore,
confesso che non ho mai capito perché non sia già stata presa da anni la decisione di rendere più chiara ed efficace la comunicazione sull'acqua alta.