Un lettore ci chiede: ma perché si inizierà a vaccinare i nati nel 1940 e non i più anziani? Ecco la risposta

Sabato 30 Gennaio 2021
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Caro Direttore, 
a pagina 4 del Gazzettino di venerdì 29 gennaio 2021 leggo che il piano di vaccinazione degli over 80 messo a punto dalla Regione Veneto e recentemente presentato, prevede che nella settimana del 15 febbraio prossimo siano vaccinati i nati nel 1941, nella settimana dell'1 marzo siano vaccinati i nati del 1940 e così via a seguire quelli del 1939, 1938. Sarei curioso di conoscere perché si è scelto questo criterio e non invece quello opposto che prevede che si parta dai più vecchi e si arrivi poi ai più giovani. Mi interessa anche perchè sono parte in causa dato che sono del 1935.

Grazie e cordialmente,


Giovanni Benvenuti 
Padova 


Caro lettore, 
si è molto discusso sui criteri da adottare per il piano di vaccinazione anti-Covid.

A livello internazionale alcuni studiosi hanno sostenuto la tesi che fosse più opportuno partire dalla fascia più giovane della popolazione e non da quella più anziana. Una scelta che si fonda sull'esigenza di immunizzare prima i soggetti più contagiosi e con maggiori aspettative di vita e poi, a seguire, gli altri. «Bisogna decidere se si vogliono salvare più vite o più anni di vita», ha detto, per esempio, il presidente del Comitato di bioetica italiana, il professor Maurizio Mori, aggiungendo: «Meglio vaccinare un giovane e che un settantenne come me». In Italia e in quasi tutti i paesi è prevalsa però la decisione di vaccinare, dopo gli operatori socio-sanitari e gli ospiti delle case di riposo, le persone più anziane in quanto più esposte, in caso di contagio, all'elevata probabilità di sviluppare una malattia grave e di dover ricorrere a ricoveri in terapia intensiva o sub-intensiva.

Fissato questo principio, si è trattato di stabilire con quali modalità procedere alle vaccinazioni ed è stato appunto deciso, non solo in Veneto ma anche in altre regioni, di partire dai nati nel 1940, cioè dagli over 80, e di proseguire poi con i nati negli anni precedenti. Perchè questo criterio? È una scelta suggerita dalla letteratura scientifica e si fonda su questo ragionamento: si presume che chi ha 80 anni abbia, mediamente, un'attività sociale e una vita di relazioni superiore di chi di anni ne ha, per esempio, 88, 90 o più. Cioè si muove di più, incontra più gente, frequenta maggiormente i luoghi pubblici. Ed è quindi un soggetto più esposto al rischio di contagio al Covid con le conseguenze che conosciamo. Per questa ragione, dopo aver stabilito che i primi ad essere immunizzati dal virus debbono essere i nati dopo il 1940, si è deciso di iniziare a vaccinare gli ottantenni più giovani, quindi potenzialmente più a rischio, per arrivare poi alle persone di età ancora più avanzata. Quindi, con lo stesso criterio, si passerà ad immunizzare i cittadini di altre fasce anagrafiche: dagli over 75 in giù. 

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