Il Tfr, le promesse elettorali e i consiglieri "smemorati"

Martedì 2 Agosto 2016
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Caro direttore, 
penso, o meglio pensiamo, di avere capito bene. L'assegno di fine rapporto dopo cinque anni di presenza nel Consiglio Regionale Veneto comporta per i Consiglieri la somma di 33mila euro. Il contributo mensile versato dal Consigliere è di 198 euro e raggiunge circa un terzo del Tfr finale. Il resto viene sistemato dalla Regione. A questo punto la dichiarazione di Alessandra Moretti, capogruppo del Pd regionale, appare di un candore stratosferico: noi consiglieri abbiamo versato il contributo e pertanto l'assegno finale è un diritto, basta pubblicare il nome degli assegnatari. Non vi è bisogno di discutere più di tanto, non solo vi è odore di privilegio, ma anche di provocazione.
Occorre poi osservare che 198 euro mensili versati da un consigliere o da altri di pari grado è un'inezia, mentre per un comune mortale, stipendiato o salariato, potrebbe essere un peso quasi insopportabile, senza contare che costui alle spalle non ha alcun Ente che faccia il conguaglio per gli altri due terzi dei propri versamenti.

In questo stato di cose vi sono due ingiustizie e diseguaglianze: la prima riguarda la possibilità concessa ad alcuni privilegiati di versare dei contributi per buoni -uscita milionari, la seconda di concedere questi regali a chi è già stato gratificato in partenza. Se poi tutto questo avviene tra la classe politica chiamata a creare giustizia e ad eliminare le diseguagliaze, c'è davvero da mettersi le mani nei capelli.


Luigi Floriani
Conegliano


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Caro lettore, 
credo che lei abbia capito perfettamente: il Tfr dei consiglieri si calcola così. Ma l’aspetto più sconcertante, per non dire di più, è un altro: durante la campagna elettorale tutti i partiti si sono scagliati contro l’assegno di fine rapporto giudicandolo un intollerabile privilegio, figlio di altri tempi.

Ebbene, una volta eletti la maggior parte dei consiglieri regionali veneti sembra essersene dimenticati. Speriamo che parlandone torni loro la memoria. O che gliela facciano tornare i loro elettori.
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