Montanelli, la statua di George Washington e gli intolleranti imbrattatori di statue

Martedì 16 Giugno 2020
Montanelli, la statua di George Washington e gli intolleranti imbrattatori di statue
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Caro direttore,
credo che andrebbe conservata, e rispettata, la statua di Indro Montanelli. Accanto andrebbe eretta una statua a Mario Melloni, Fortebraccio, corsistiva dell'Unità di antica memoria, e ogni giorno dovrebbero essere letti articoli dell'uno e corsivi dell'altro, con le reciproche punzecchiature. Sarebbe una Scuola di Alto Giornalismo.
Ovviamente sulla statua di Fortebraccio andrebbe riprodotta la famosa epigrafe: Mario Melloni Fortebraccio / per tutta la vita cercò di odiare / Giulio Andreotti / senza riuscirci / Passante, perdonalo.
Giancarlo Tomasin



Caro lettore,
mi permetta di fare una considerazione che potrà apparirle fuori tema. La capitale degli Stati Uniti è intitolata a George Washington, il primo presidente americano, uno dei padri della più grande democrazia del mondo. Non a caso il suo volto insieme a quello di soli altri tre presidenti (Lincoln, Jefferson e Roosevelt) giganteggia, scolpito nella pietra, sul monte Rushmore. Eppure, come forse qualcuno ricorda, Washington era uno schiavista: ben 300 schiavi di colore lavoravano infatti nella sua enorme tenuta in Virginia. Per questa ragione, in ossequio al pensiero politicamente corretto dei moderni iconoclasti, la capitale statunitense dovrebbe forse cambiare nome e l'effige di Washington imbrattata o distrutta a picconate? Non diciamo sciocchezze.
La storia della nostra civiltà e dei suoi protagonisti è un percorso tortuoso, un libro composto da pagine straordinarie e pagine oscure e terribili, da errori tragici e intuizioni eccezionali. Washington ha contribuito in modo decisivo a creare una grande nazione come gli Usa. Questo non lo assolve dai suoi sbagli, non lo giustifica del fatto di essere stato proprietario di schiavi. Ma non può mettere in ombra o in discussione l'impronta fondamentale che ha lasciato nella storia dell'America e del mondo. Indro Montanelli, a differenza di Washington, non ha scritto Costituzioni, ma libri e articoli di giornali. Ma è stato molto più che uno straordinario giornalista. È stato l'interprete inimitabile del nostro costume nazionale e, in alcune fasi, anche il protagonista, talvolta suo malgrado, di stagioni cruciali della nostra storia. I suoi duelli di penna con Fortebraccio, che lei ricorda, non hanno solo raccontato la politica italiana, ne hanno spesso condizionato i destini. Ha commesso errori gravi? Certamente sì. E, nella sua grandezza, è sempre stato anche un uomo molto controverso, amato e odiato. Ma è inutile spiegare tutto questo agli imbrattatori delle sua statua. Loro parlano solo con la voce dell'intolleranza. E cercano, sfregiando i simboli del passato, di dare un senso alle loro vite. Vuote e senza futuro.
Ultimo aggiornamento: 17:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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