Spagna e Portogallo hanno puntato sulle fonti rinnovabili e così tutelano i loro cittadini dal boom dei costi dell'energia

Domenica 15 Maggio 2022
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Egregio Direttore,
leggo oggi sul suo giornale che la Spagna ha deciso di fissare il prezzo del gas a 40 Euro al megawattora. E noi? Non possiamo fare lo stesso? Cosa ce lo impedisce?

Giuseppe Macchini
Padova


Caro lettore,
la risposta alla sua domanda è insieme semplice e complessa. Partiamo dai dati di fatto: Spagna e Portogallo possono fissare un tetto al prezzo del gas perché, banalmente, se lo possono permettere in virtù delle scelte di politica energetica che hanno adottato negli ultimi 20-30 anni. Questi due paesi infatti, non solo dispongono di una quota rilevante di energia prodotta da fonti rinnovabili, ma sono anche assai poco dipendenti dal metano proveniente dai gasdotti e in particolare dal gas russo. La Spagna, in particolare, ospita sulle proprie coste ben 7 dei 20 rigassificatori attivi in tutta Europa, quindi può importare via mare una quota rilevante del gas di cui ha bisogno e limitare al 5,7% la sua dipendenza da quello russo. Infine c'è un altro elemento da considerare: i due paesi hanno uno scarso livello di interconnessione energetica con gli altri paesi europei. In altre parole: essendo in grado, per le ragioni ricordate, di far fronte autonomamente al proprio fabbisogno, i loro rapporti import-export di energia con gli altri paesi Ue sono molto limitati e quindi gli interventi sui prezzi del gas spagnolo o portoghese non hanno effetti sul mercato europeo. Perché tutto questo è importante e consente a Spagna e Portogallo di fissare un proprio tetto al prezzo del gas e ridurre così del 40% le bollette del gas? Qui si entra in un campo più tecnico e complicato. Cerchiamo di capire. Il mercato all'ingrosso dell'elettricità è regolato da una articolata normativa europea in base alla quale gli utenti pagano al prezzo dell'energia elettrica prodotta con il gas anche l'energia generata da altre fonti, come le rinnovabili, che costano meno. Questa norma è stata creata in passato per favorire la diffusione delle energie rinnovabili. Ma per effetto di questo meccanismo, con l'impennata recente del prezzo del gas, i produttori di rinnovabili si sono ritrovati a incassare profitti enormi. Spagna e Portogallo, avendo investito molto su queste fonti, oggi possono quindi, con il via libera della Commissione Ue, usare una parte di questi extra-utili per contenere il prezzo del gas a vantaggio degli utenti. Inoltre disponendo dei rigassificatori e non avendo quindi bisogno di importare energia da altri paesi europei, il loro tetto al prezzo del gas non ha impatto sul resto della Ue, cioè non altera gli equilibri del mercato e la concorrenza. Tutte cose che altri paesi come l'Italia che hanno ancora poca energia prodotta da fonti alternative e dipendono dal gas russo o da energia importata d'altri paesi, non possono fare o possono fare in modo assai più limitato. In sostanza: Spagna e Portogallo oggi sono in grado di calmierare il prezzo del metano perché hanno investito per tempo sulle rinnovabili e differenziato le fonti di approvvigionamento del gas. L'Italia che queste scelte non le ha fatte o non è riuscita a farle per la prevalenza della politica del no e i molti ostacoli territoriali, deve sopportare le conseguenze del forte rialzo del prezzo del gas.
 

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