La grottesca vicenda dei banchi mobili: in Italia non c'è l'acciaio né abbastanza aziende per produrli

Giovedì 30 Luglio 2020
Buongiorno Signor Direttore,
ogni giorno sento parlare dell'acquisto di nuovi banchi per la scuola che inizierà a settembre; mi piacerebbe sapere quale testina di vitello (con tutto il mio rispetto per i vitelli) ha pensato di mettere nelle classi le sedie con le rotelle, forse ha scambiato la scuola con Gardaland, pensi quali tour possono fare i ragazzi nella classe e per fortuna che ci sono sempre allarmismi per l'aumento del covid e soprattutto le norme da rispettare per il distanziamento. E poi perché rinnovare tutti i banchi nelle classi? Tanto si sa quanto è facile mettere le mani nelle nostre tasche e spendere a destra e a manca. Faccio mie la parole di una zia di 93 anni la quale diceva che i politici si vantano di fare, di fare, ma fanno tutto con i nostri soldi. Una cosa poi vorrei ribadire: a causa del virus io non ho cambiato il mio arredamento in casa, e la ministra dell'istruzione perché l'ha fatto?

Mario Trevisan
Mira (Venezia)


Caro lettore,
questa è l'ultima risposta che dedicherò alla vicenda dei banchi scolastici con le rotelle. Non perché il tema non lo meriti. Anzi. O perché si tratti di un argomento chiuso. Purtroppo no: ne sentiremo e ne dovremo parlare ancora parecchio. Ma perché è sconfortante con i problemi che il nostro Paese dopo l'emergenza sanitaria ha davanti a sé, essere costretti ad occuparsi di una vicenda così grottesca e ridicola. Che non risolverà alcun problema di distanziamento nelle scuole ma in compenso ne creerà molti altri. Innanzitutto si tratterà di vedere se alla riapertura di primarie e secondarie, questi famosi banchi mobili saranno disponibili. Non è affatto scontato. L'altro ieri uno dei maggiori fornitori italiani di arredo per la scuola ha detto che manca l'acciaio necessario per garantire la produzione di quasi 4 milioni di quei banchi. Secondo le stime dell'associazione di categoria tre milioni di pezzi tra banchi e sedute corrisponde alla produzione di cinque anni di tutte le imprese nazionali messe assieme. E questo in condizioni normali. Bisogna infatti considerare che a causa del lockdown i tempi medi di attesa per alcuni elementi, come i pannelli truciolari, si sono notevolmente allungati. Alcuni produttori hanno valutato che, al massimo, le aziende italiane unendosi potrebbero consegnare entro fine settembre non più di 120 mila pezzi banchi mobili. Cioè meno del 5 per cento del fabbisogno. Chissà come la ministra Azzolina pensa di risolvere questi piccoli e pratici problemi. Forse facendo acquistare allo Stato i banchi da qualche aziende cinese? 
Ultimo aggiornamento: 14:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci