Ill.mo direttore,
Di fronte a un'Italia che soffre per i morti da Covid, per la perdita del lavoro, per l'incertezza professionale di tanti poveri commercianti, ristoratori e partite Iva, per la sofferenza degli anziani privati dei loro ultimi piaceri sociali, per il disagio dei giovani che non possono studiare in presenza, per l'incertezza di tutti verso un futuro sempre più precario, per lo squallore offerto da una classe politica inadeguata a tutto ma che difende a denti stretti i suoi 12mila euro mensili, per l'ingiustizia evidente tra garantito e precario, eccetera, ha senso che tra qualche settimana inizi il festival di Sanremo? La sagra dell'effimero? Lo spettacolo sul nulla? Con presentatori, ospiti e cantanti pagati a peso d'oro e attraverso tutta una coreografia di ipocrisia. A cominciare molto probabilmente da quella della serata iniziale dove verranno ripresi i temi della pandemia e dell'Italia che soffre, ma che ha comunque bisogno di sorridere e loro sono qui per questo.
Oscar De Gaspari
Treviso
Caro lettore,
non sono un appassionato di Sanremo e non ne apprezzo gli eccessi.