Gli eccessi al citofono di Salvini sono censurabili ma i rivali dovrebbero fermarlo con la forza delle idee

Sabato 25 Gennaio 2020
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Caro direttore, 
i commenti per lo più deplorevoli sul Salvini al citofono, che si aggiungono a quelli su Papete e quant'altro, si soffermano spesso soltanto sull'agire politico del personaggio. Latita un'adeguata e opportuna introspezione psicologica. Per intenderci, possiamo pensare ad un nostro giorno di compleanno, dove, fin dal mattino, riceviamo telefonate, sms, mail, e, a seguire, abbracci, strette di mano, il tutto avente l'effetto di gratificarci, facendoci provare una gradevolissima sensazione. Il diverso collocamento del nostro ego, più esposto rispetto al solito vivere quotidiano, ci fa poggiare i piedi su una nuvoletta, alta non meno di 60 cm da terra. Inutile aggiungere che è comunque stimolante sentirsi al centro dell'attenzione generale. Nel caso di Salvini possiamo affermare che è sicuramente persona particolarmente sensibile all'effetto stupefacente derivantegli dall'esaltazione collettiva di piazza. Si tratta per lui di droga facilmente fisicamente reperibile, a suo proprio consumo e piacimento.
Ne deriva da tale quadro, come risposta, che le responsabilità politiche non si coniugano con la precarietà di un soggetto psicologicamente instabile, dipendente dai festeggiamenti, che lo eleggono di volta in volta a guru della situazione. In altri termini, a modesto mio parere personale, quale comune cittadino, pur nella comprensione dovuta verso un eventuale paziente, Salvini potrebbe aver bisogno del supporto e dei giusti consigli anche di uno psicologo, piuttosto che delle tante pacche a migliaia, che per strada gli piovono abitualmente sulle spalle.


Aldo Martorano

Caro lettore, 
sul leader leghista ne abbiamo lette e sentite di tutti i colori, ma confesso che la via terapeutica all'antisalvinismo ancora ci mancava. Se non ho capito male lei si è convinto che Salvini sia un soggetto psicologicamente instabile e, in quanto tale, non solo inadeguato al ruolo politico a cui aspira, ma anche bisognoso di un supporto da parte di un bravo medico e magari pure del ricovero in qualche struttura specializzata. Confesso di non essere in grado di contraddirla sul piano scientifico: non ne ho le competenze. Da osservatore non mi pare che Salvini sia drogato o affamato di consensi più di altri leader. Vive nell'epoca della politica della seduzione e dei social e si comporta di conseguenza. Con spregiudicata abilità e anche con qualche censurabile eccesso, ma da qui a farne derivare un profilo psicologico da paziente inadatto alla politica e bisognoso di cure, mi pare ce ne passi. La sua lettera fa però sorgere spontanea anche una domanda: ma per gli avversari di Salvini non sarebbe più semplice invece di demonizzarlo in ogni modo, provare a fermarlo con la forza delle idee, cioè provando a convincere gli elettori con proposte più efficaci e persuasive delle sue? Possibile mai che una così vasta intellighenzia, depositaria della verità e del bene e salda nelle sue certezze oltre che nella sua tenuta psicologica, non sia in grado di contrastare il leader leghista? O forse c'è qualcos'altro che non va? Da comune cittadino provi a riflettere anche su questo.
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