Legittimo criticare Salvini che bacia il rosario ma ricordiamo anche Scudocrociato, Di Maio e Conte

Giovedì 22 Agosto 2019
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Egregio direttore, 
vediamo da tempo Salvini ostentare simboli religiosi cattolici durante i suoi comizi e interventi sui media. Durante l'arringa di Conte al Senato che ha segnato la fine del governo giallo/verde, Salvini non smetteva di baciare il rosario. 

Come mai questa ostentazione di religiosità, vera o apparente che sia? Credevo di vivere oramai in uno Stato laico, nel rispetto delle credenze religiose di tutti coloro che ne hanno una. E sono abbastanza vecchio da ricordare nel dopoguerra, scoppiata la guerra fredda e la paura del comunismo, come la Chiesa interveniva pesantemente nella politica italiana, da Padre Lombardi all'Azione Cattolica, e anche la resistenza del cattolico De Gasperi contro questo tipo d'interferenze.

Cosa vuole ostentare Salvini? Farsi notare come il capo di una nuova crociata contro l'inquinamento razziale e religioso? In un'epoca caratterizzata da una caduta della religiosità, almeno in Europa. Io sono un laico, o laicista come spesso si usava dire, ma credo nel rispetto delle credenze di tutti e soprattutto nel contenuto umano di una tradizione cristiana che comunque ha caratterizzato la nostra storia. Usare impropriamente i simboli religiosi è fare demagogia!


Aldo Mariconda

Caro lettore, 
non apprezzo l'ostentazione di simboli religiosi. Preferirei, in particolare, che chi fa politica tenesse per se la propria devozione alla Madonna o a qualche Santo e non agitasse nelle piazze o crocefissi o rosari. Dopodiché vorrei anche ricordare che alcuni tra coloro che oggi criticano Salvini hanno militato in un partito politico che aveva nientemeno che la croce nel proprio simbolo e ha governato per decenni il nostro Paese.

Vorrei anche rammentare che il presidente del consiglio Conte, che al Senato ha rimbrottato il leader leghista, in un'intervista tv a Bruno Vespa non si è fatto scrupolo alcuno di mostrare l'immaginetta di Padre Pio che, ha spiegato, tiene sempre nel portafoglio, dilungandosi sulle ragioni e la profondità della sua devozione al Santo di Petralcina. A Luigi Di Maio è invece apparso del tutto naturale recarsi nel Duomo di Napoli per baciare il sangue di San Gennaro. Come ha lui stesso spiegato prima non lo aveva mai fatto ma, una volta assurto al ruolo di leader politico, ha deciso -ma guarda un po' - di sottoporsi, con fotografi al seguito, al bagno di folla dei fedeli e mostrare a tutti la sua devozione al Santo Patrono di Napoli. Ricordo questi episodi perché il rapporto tra la religione cattolica e la politica è da sempre un tema delicato per il nostro Paese. E tanti sono coloro che, in modi diversi, hanno usato e usano simboli cristiani o esibiscono la loro fede. Criticare per questo Salvini è legittimo. A patto di non chiudere gli occhi su tutto il resto.
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