Caro direttore,
leggere che un'associazione musicale friulana ha escluso dei musicisti russi da un concorso internazionale a causa della scellerata aggressione russa contro l'ucraina non può che aggiungere tristezza e costernazione alla già lacerante situazione che la guerra ha causato. Le guerre, da sempre, sono decise dai governanti di turno, per le loro cupe ambizioni di potere o per inconfessabili interessi economici o politici, non dai popoli, che invece sono costretti a subirle, rimettendoci anche la vita. Ritorcersi sui cittadini di un Paese perché il loro governo ha sciaguratamente deciso di invaderne un altro è indice di una mentalità retrograda. Senza trascurare il fatto che l'interesse di tutti è che qualsiasi conflitto cessi quanto prima per risparmiare vite umane e disastri economici e non è certo con queste odiose ritorsioni che si può agevolare un dialogo che deve rimanere sempre aperto, anche con i nemici del momento, per giungere ad una pace negoziata.
Loris Parpinel
Prata di Pordenone
Caro lettore,
non ci stancheremo mai di ripetere che scelte come queste sono profondamente sbagliate.
Anche in campo sportivo credo andrebbero fatti alcuni distinguo. Se può essere giustificato penalizzare le rappresentative nazionali che, soprattutto in un Paese come la Russia, sono una diretta espressione del potere statale e politico, diverso è il caso dei singoli atleti che vengono colpevolizzati a prescindere persino dalle loro idee e opinioni. Capisco che quando piovono i missili sulle città e i carri armati avanzano, prevale la logica della contrapposizione dura e pura e che in questo clima è complicato distinguere, ma è esattamente questo ciò che dobbiamo fare.