La vera "mina" sulla strada di Conte non sono il centrodestra o Renzi, ma i 5 Stelle

Venerdì 24 Luglio 2020
Caro direttore,
mi pare quanto mai opportuno esprimere un giudizio positivo sull'operato di Giuseppe Conte, per l'ottenimento di un apporto finanziario, in parte a fondo perduto 82miliardi, ed il resto 127miliardi, restituibili a tasso irrisorio nell'arco di pochi anni, sottolineando che, a mio avviso, soltanto un uomo dal carisma professionale dell'attuale Primo Ministro, sarebbe stato in grado di ottenere, alla faccia di tutti quei detrattori, in primis Matteo Salvini, il quale, in maniera indignitosa ora lo stanno politicamente criticando per ragioni molto diverse rispetto all'essenza del risultato. Secondo me, anche la sua intenzione poi di non intascare i soldi del MES, ha una sua valenza che lo caratterizza ancor di più sulla sua razionalità politica che, tra le altre cose, denota anche quella onestà operativa riconducibile al frutto di un ragionamento che la stessa Europa non potrà non apprezzare. Ciò che mi preoccupa assai è invece l'utilizzo dei predetti fondi in quanto, chi non la pensa come Conte, anche nella stessa maggioranza ove c'è un Renzi che, sfrutta un risibile numero di voti per far ottenere la maggioranza, e ciò in aggiunta a certe opposizioni che hanno la spudoratezza di affermare che detti soldi sono una fregatura per l'Italia. Tutto ciò, potrebbe determinare dei seri problemi sulla destinazione corretta dei fondi stessi.
Arnaldo De Porti
Feltre (Belluno)

Caro lettore,
quando si parla di politica e di uomini politici sono poco incline agli entusiasmi. Preferisco analizzare i fatti. Non c'è dubbio che il vertice europeo, soprattutto viste le premesse, sia stato un successo personale per il premier Conte ed un buon risultato per l'Italia. È altrettanto evidente la debolezza della posizione di Salvini che si è attestato su una posizione di pregiudiziale ostilità, finendo anche per isolarsi nell'ambito del centrodestra. Detto questo e provando a guardare oltre l'orizzonte immediato, qualche domanda è però doveroso opportuno farsela. Personalmente faccio ad esempio fatica a capire perché Conte sia contrario al Mes. Quale sarebbe la razionalità politica di una scelta che tra l'altro, allinea il premier a Salvini? Perché dovremmo gioire per i 209 miliardi del recovery fund, per incassare i quali dovremo sottostare al giudizio dei nostri partner europei, e rifiutare invece sdegnosamente i soldi del Mes che, tra l'altro, potremmo incassare anche prima? Non è chiaro. L'unica chiave di lettura è politica: Conte deve sottostare agli umori di M5s, da sempre contrario al Mes. Ma questo apre seri interrogativi. Uno in particolare: quanto incideranno le posizioni e le tensioni pentastellati sulle scelte future del governo? Quanto i fautori della decrescita felice condizioneranno gli investimenti dei soldi europei? Riusciremo a far finalmente a far partire i cantieri o i buoni propositi si infrangeranno su un muro di no? Credo che questa sia la vera incognita, la mina sul percorso di Conte. Assai più delle azioni di disturbo che possono mettere in atto le opposizioni o anche un abile guastatore come Matteo Renzi.
Ultimo aggiornamento: 21:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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