Inutile prendersela con le Regioni che cercano di rimediare agli errori dell'Europa e del governo

Domenica 14 Febbraio 2021
7

Egregio Direttore,
la storia si ripete. In tutte le situazioni di crisi e di emergenza: economica, occupazione, sociale e politica, nel passato e nel presente, non sono mancate e non mancano, incomprensibili contrapposizioni. Anche in questi giorni, qui in Veneto, sulla necessità urgente delle vaccinazioni per sconfiggere la pandemia, invece del buon senso e della collaborazione, stanno prevalendo inaccettabili polemiche. La stragrande maggioranza delle persone che vivono in Veneto, sfiancata da Covid 19, sono convinto, non sopporta la querelle tra autorevoli rappresentanti istituzionali, sindacali e imprenditoriali, sul diretto acquisto dei vaccini da parte della Giunta regionale. Su questa emergenza sanitaria, alle eccessive visibilità mediatiche, alla mania di protagonismo e alle polemiche, devono (dovrebbero) prevalere rapporti costruttivi nelle sedi di concertazione e di condivisione degli obiettivi per il bene comune. Oggi, non domani, le vaccinazioni, senza alcun distinguo di parte, devono essere garantire (anche) a tutti i veneti, non mettendo assolutamente in seconda fila d'attesa i volontari che quotidianamente sono al fianco di chi soffre.


Franco Piacentini


Caro lettore,
innanzitutto nessuna regione si sarebbe mai sognata di provare a comprare direttamente vaccini se le dosi promosse dall'Europa e dal governo fossero arrivate nei tempi e nelle quantità previste.

Cosa che come noto non è avvenuta. La domanda da porsi è dunque: è meglio rassegnarsi ai ritardi o ai tagli di vaccini previsti o invece, nel rispetto delle leggi, verificare se è possibile acquistare direttamente i vaccini che servono? Ovviamente parliamo degli stessi vaccini acquistati dall'Europa e autorizzati dall'Ema. Al contrario di lei credo che la maggioranza dei cittadini non abbia dubbi sulla risposta da dare a questa domanda. È poi sorprendente che qualche politico o qualche sindacalista in cerca di visibilità, se la prenda con i presidenti di Regione (insieme al Veneto ci sono anche Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia) che cercano di acquistare direttamente i vaccini e non invece con l'Europa o il governo che non hanno rispettato gli impegni. Almeno la presidente della Ue ha avuto l'onestà intellettuale di ammettere che la Ue sui vaccini ha sbagliato: modalità, previsioni, contrattualistica. Un'onestà intellettuale che invece fa difetto a qualcun altro interessato solo alla polemica e a lucrare qualche briciola di consenso speculando sulla salute dei cittadini. Ma in fondo è una scena già vista: a novembre e dicembre, quando la curva epidemiologica del Veneto saliva in modo preoccupante, c'erano politici e sindacalisti che sciorinavano ricette, polemizzavano sull'utilità dei tamponi rapidi, addirittura accusavano la Sanità regionale di aver taroccato i dati. Oggi che contagi, ricoveri e terapie intensive sono in rapido calo e il Veneto ha uno degli indici di contagio più bassi d'Italia sono diventati improvvisamente muti. Chissà perché.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci