Egregio direttore,
Alberto Pavin
Caro lettore,
la superiorità morale di una forza politica rispetto alle altre non è mai esistita. È stata al massimo, in alcune stagioni, un efficace quanto spregiudicato strumento di propaganda. Come la storia e le cronache ci insegnano, i malandrini e i ladri albergano e albergavano ovunque: a destra, al centro e a sinistra. E non c'è credo politico od ideologia che mettano al riparo uomini e donne dalle tentazioni e dalle corruzioni. Nel caso dello scandalo delle tangenti che sarebbero state pagate a Bruxelles per migliorare e ripulire l'immagine del Qatar, è però evidente che il denaro correva in gran quantità tra gli uffici e le abitazioni di esponenti del centro-sinistra, area politica a cui appartengono tutte le persone che a vario titolo sono risultate coinvolte in questa vicenda. Non intendiamo precostituite giudizi o condanne. Ma in attesa che i magistrati belgi definiscano precise responsabilità e ruoli ricoperti dai singoli in questo enorme traffico di soldi, sembra abbastanza chiaro ciò che è accaduto a Bruxelles e dintorni. Gli ambienti qatarini erano interessati a condizionare le scelte e le prese di posizione del Parlamento europeo sul loro paese e a migliorarne l'immagine assai poco liberale e democratica, in coincidenza con i Campionati del mondo di calcio. E chi meglio di alcuni difensori in servizio permanente attivo dei diritti e delle libertà poteva fare al caso loro? Detto fatto hanno aperto i cordoni delle loro capienti borse e ai piani alti e bassi dell'Europarlamento hanno trovato rapidamente chi, assai ben prezzolato, era pronto a mettersi al loro servizio e a lavorare per raggiungere lo scopo. Dopodiché: le responsabilità sono sempre individuali e le generalizzazioni, soprattutto in vicende come queste, sono sempre sbagliate. Ma in quali ambienti politici questo scandalo sia nato e si sia sviluppato non ci sono proprio dubbi.
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