La categoria dei "lettori più colti e intelligenti" e i depositari "non asserviti" della verità assoluta

Domenica 21 Maggio 2023
Putin

Gentile direttore,
prima di bacchettare i suoi lettori più colti e intelligenti che non accettano la versione di un Putin unico responsabile della guerra in Ucraina, un Putin dipinto come pazzo sanguinario paranoico che vuole ripristinare la Grande Russia, dovrebbe informarsi un pò dippiù leggendo, ad esempio, il bel libricino dello storico Benjamin Abelow "Come l'occidente ha provocato la guerra in Ucraina". Capisco che il direttore di un quotidiano debba anche guardare alla sopravvivenza del proprio giornale e non possa quindi dire sempre la verità quando questa risulterebbe scomoda ai governanti ma se l'asservimento diventa troppo evidente, i lettori possono perdere stima e disaffezionarsi.


Angelo Mercuri


Caro lettore,
non mi permetterò di mettere in discussione la sua convinzione di appartenere alla categoria dei «lettori più colti e intelligenti».

Ma forse la sorprenderò rivelandole che ho letto il libro di Benjamin Abelow, compresa la non casuale prefazione di Luciano Canfora, raffinato storico di simpatie e nostalgie staliniste. Cosa ne penso? L'ho trovato un testo interessante, suggestivo e scritto con abilità e non è un caso che sia stato premiato negli Stati Uniti da un discreto successo editoriale. Ma il libro di Abelow è intriso di pregiudizio anti-americano, peraltro non nuovo nell'autore, e caratterizzato da una straordinaria benevolenza nei confronti di Putin. Abelow per esempio legittima l'operato criminale del leader russo in Ucraina sostenendo, come scrive a pagina 61 del suo libro, che «i leader occidentali, e quegli Usa in particolare, gli hanno mancato di rispetto» (e quindi lui si è sentito in diritto di bombardare l'Ucraina). Non solo: si giunge a giustificare persino il possibile ricorso dell'atomica da parte di Putin se «dovesse avere la percezione di perdere la guerra», come scrive ancora Abelow. Tesi agghiacciante. Ma c'è una riflessione che, conclusa la lettura di questo libro, mi è venuto naturale fare e che vorrei sottoporle: cosa sarebbe accaduto ad uno storico russo se avesse pubblicato un saggio così risolutamente critico nei confronti del governo (anzi dei governi) del suo Paese come quello di Abelow? Sarebbe diventato l'autore di un best seller pubblicato anche in tanti altri Paesi o avrebbe, per esempio, fatto la fine di Anna Polikovskaja, assassinata nell'ottobre 2006 dopo la pubblicazione di un libro sul regime dispotico putiniano? O di altri giornalisti ed oppositori avvelenati o uccisi solo per aver criticato il sistema di potere o le scelte del capo del Cremlino? O forse lei ritiene che questi siano irrilevanti dettagli? E che ad essere asserviti siamo noi, colpevoli di avere un punto di vista diverso dal suo, e non invece le fonti di informazioni russe o filo-russe? Quanto infine alle sue preoccupazioni sulla possibile disaffezione dei lettori, la ringrazio. Forse mi sbaglierò, ma sono convinto che chi legge questa rubrica apprezzi la chiarezza, la franchezza, il confronto delle idee e il rispetto verso tutte le opinioni. Abbiamo molti difetti, ma non quello di pensare di essere depositari della verità e di ritenere che chi la pensa diversamente da noi sia asservito a qualche potere.

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