Fermare Putin ma fermare anche la guerra: ecco il difficile compito che ha l'Europa di fronte a sè

Mercoledì 11 Maggio 2022
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Egregio direttore,
l'altro ieri parlando con un amico mi sono ritrovato a discutere della guerra Russia-Ucraina. Un po' come accade in tanti dibattiti televisivi ci siamo accalorati entrambi e ci siamo ritrovati a fare i tifosi: io dell'Ucraina e di Zelesnky, lui della Russia e di Putin. Naturalmente al termine della discussione ciascuno di noi è rimasto della sua opinione. Rimane il fatto che non so dare una risposta a una domanda: come se ne esce da questa complicata situazione? Perchè non posso certo accettare la posizione, un po' provocatoria, del mio amico che in sostanza dice: Zelesnky la smetta di fare il superman, lasci alla Russia le regioni della Crimea e del Donbass, così la guerra finisce, si fa un bel trattato di pace e stiamo tutti meglio. Un discorso che vedo far breccia anche in altre persone. Sarei curioso di sapere cosa ne pensa lei.

Antonio Fulin


Caro lettore,
forse bisogna cercare di uscire dalla logica delle contrapposizioni social e tv. Esibizioni da salotto, utili magari a gratificare l'ego insoddisfatto di qualcuno, ma assai poco a comprendere i fatti e le loro possibili conseguenze. Partiamo da un fatto. Solo chi vuole ignorare la realtà o è condizionato da inscalfibili pregiudizi ideologici può negare che in questa guerra c'è qualcuno che ha invaso, la Russia, e qualcun altro che è stato invaso, l'Ucraina, e che vede le sue città distrutte e la sua gente morire. Ciò detto, dopo oltre due mesi di conflitto, non dobbiamo preoccuparci solo di capire chi vincerà, ma anche come fare e cosa fare perchè questo orrore finisca presto. E quale ruolo in questo senso può giocare l'Europa. Non è e non può essere in discussione nè da che parte stare, nè la condanna per la condotta oppressiva e tirannica di Putin. Il suo modello di società e di governo sono la negazione di ciò che siamo e di ciò per cui tanti hanno combattuto. Ma cosa possiamo fare perché questa logica imperiale anti-occidentale non prevalga e nel contempo la guerra termini e non degeneri in uno scontro più ampio? È questo il difficile punto di equilibrio che dobbiamo trovare. Di fronte a tanta distruzione e ai costi crescenti della guerra, il suo amico non è il solo a essersi fatto suggestionare dall'idea che sarebbe meglio fare qualche passo indietro: dare a Putin quel che vuole, riprenderci il suo gas e convincere l'Ucraina a starsene buona. Sarebbe un gravissimo errore. Una pace illusoria che legittimerebbe di fatto il Cremlino a proseguire la sua strategia di espansione e di restaurazione della Grande Russia. D'altro canto è anche sbagliato alimentare una contrapposizione che porti sempre più in alto il livello dello scontro militare e geo-politico. Che fare, dunque? Credo che abbia ragione Macron: Putin va fermato, ma non va umiliato. Va certamente sconfitto il suo disegno egemonico, il suo obiettivo di riportare sotto la sua orbita dispotica i paesi dell'ex Urss. Ma con lungimiranza dobbiamo anche evitare che la frattura provocata dal leader russo si allarghi ulteriormente. E' questa la complessa sfida che l'Europa ha davanti a sè. E su di essa si gioca la sua possibilità di essere un protagonista, autonomo e riconosciuto, sullo scacchiere mondiale del prossimo futuro.
      
 

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