Lo spartiacque della Primavera di Praga che non fu capito da una parte della sinistra

Martedì 21 Agosto 2018
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Caro Direttore,
il 1968 non fu solo l'anno della rivolta giovanile. Cinquant'anni fa, nella notte fra il 20 ed 21 agosto, il frastuono dei cingoli dei carri armati dell'Armata Rossa risuonò sinistro nelle strade di Praga, reprimendo nel sangue la cosiddetta Primavera. Dubcek non metteva in discussione il potere del partito comunista, di cui era Segretario generale, né contestava l'adesione della Cecoslovacchia al Patto di Varsavia. Non voleva ripristinare il capitalismo; pensava ad un sistema in cui il controllo statale dell'economia potesse coniugarsi con le libertà individuali e collettive. Dopo 50 anni, di quegli eventi si ricordano non tanto le speranze della primavera, quanto l'evento traumatico che le affossò. Ed in fondo non può essere che così, perché ne seguirono anni di dura repressione, cui solo alcuni seppero opporsi; fra questi il giovane Jan Palach, che della resistenza anti sovietica divenne il simbolo. Ricordo ancora la mia commozione di sedicenne appena giunse la notizia dell'invasione, ma ricordo anche che ebbi netta la sensazione che a Praga era morta l'utopia del comunismo, e da Piazza Venceslao ebbe inizio il crollo che si materializzò vent'anni dopo, nel 1989 a Berlino.

Umberto Baldo

Caro lettore,
la ringrazio per aver contribuito a ricordare una data così importante della recente storia europea. Anche la primavera di Praga e il progetto politico di Dubcek, non diversamente da molte istanze del movimento del 68, furono contraddistinte da una elevata competente ideologica e si nutrivano di un forte velleitarismo e di scarso realismo. Ma furono prove di grande coraggio, umano prima ancora che politico, in un contesto in cui, come dimostrarono le tragiche giornate successive, le armi prendevano rapidamente il posto delle parole e del dialogo. La primavera di Praga fu uno spartiacque importante per tutti i movimenti e partiti di origine socialista perché evidenziò a tutto il mondo l'inconciliabilità tra comunismo e democrazia, tra socialismo realizzato e libertà. Purtroppo va anche ricordato che in Occidente non tutti i partiti che pure si definivano democratici si schierarono dalla parte di Dubcek e del suo progetto. E dovettero passare ancora molti anni prima che tutta la sinistra prendesse coscienza di quanto accadeva aldilà del Muro.
Ultimo aggiornamento: 23:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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