Preoccupante l'instabilità
che domina la politica italiana

Mercoledì 30 Dicembre 2015
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Egregio direttore, il cambiamento d'umore del cittadino elettore deriva spesso dal non mantenimento della parola data. Il caso "Boschi" e della senatrice grillina, che si astiene dal restituire al Movimento parte dei suoi emolumenti parlamentari, sono emblematici. Senza voler essere profeti, i due episodi risuonati recentemente in Parlamento apporteranno varianti in chi operava scelte, determinate da simpatia e fiducia. Renzi starà già pensando di lasciare a casa o destinare a ruoli minori il suo Ministro delle Riforme. Grillo si nasconde dietro all'etica per cacciare chi viene meno ai suoi rigidi dettami. Non c'è da stare tranquilli sul futuro politico che ci attende.

Aldo Martorano

------------ Caro lettore, se a rendere precario il quadro politico fossero vicende come quelle che hanno avuto come protagoniste la ministra Maria Elena Boschi e la senatrice grillina Serenella Fucksia, potremmo quasi dormire sonni tranquilli.
Non voglio sottovalutare i due episodi, ma mi par di poter dire che rientrino nella fisiologia della nostra vita politica. Il caso Boschi, aldilà delle polemiche e degli esiti dei voti di fiducia, segna soprattutto una battuta d'arresto nell'irresistibile e forse troppo rapida ascesa della più renziana e più fotografata ministra della Repubblica, ma non credo avrà particolari effetti sugli assetti di governo. Il caso Fucksia è invece la conferma che nel Movimento 5 Stelle l'autonomia di pensiero e il dissenso non rientrano tra le qualità contemplate. Con tutta evidenza la questione dei mancati versamenti è stato il pretesto per eliminare una senatrice non troppo allineata al Grillo-Casalegno-pensiero. A me sembra più preoccupante invece quella duplice e parallela instabilità che domina oggi la politica italiana. In Parlamento si fronteggiano due realtà: da un lato una maggioranza guidata con piglio decisionista da Renzi e da una ristretta cerchia di suoi fedeli, ma perennemente insidiata da un'ala sinistra inquieta e indecisa a tutto. Dall'altra un centrodestra che non riesce a trovare un nuovo assetto e una leadership riconosciuta. In mezzo naviga a vista il vascello pirata dei 5 Stelle, che, pur in crescita di consensi, fa però fatica a svestire i panni del movimentismo fine a se stesso e ad esprimere una credibile cultura di governo. In queste condizioni, ha ragione lei: guardando al 2016 non c'è troppo da star tranquilli.
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