Egregio direttore,
grandi le “qualità” che gli amministratori locali tutti, dai presidenti di regione ai sindaci, mettono in mostra con riguardo a coraggio, senso di responsabilità e coerenza. Quando si cavalcava l’onda alle riaperture, c’era la loro corsa a quelle autonomie ed aperture che sono la base degli enormi problemi odierni, riempiendo ovunque discoteche nonché spiagge, ristoranti e piazze, senza mai avere il coraggio d’intervenire di fronte a tanti episodi d’evidente pericolosità. Andando ora (lentamente, purtroppo) verso una chiusura, hanno tutt’altra idea. Quando il governo adombrò l’idea d’impedire le movide lasciando ai sindaci d’individuare le strade da interdire, si sollevò gran protesta chiedendo fosse il governo a decidere! Cioè, secondo loro, a Roma dovevano sapere, in tutte le migliaia di città, paesi o villaggi se fosse meglio chiudere via Roma o via Garibaldi. Nella gravità odierna vogliono solo decisioni romane, non volendo assumere, verso il loro mondo, alcuna responsabilità. Salvo poi il pavido coraggio di manifestare contro le (parziali) decisioni governative, sostenendo, nonostante ospedali pieni e centinaia di morti al giorno e non si sa in base a cosa, che il governo dovrebbe fare marcia indietro. Questi signori non dimostrano né coraggio, né senso di responsabilità, né coerenza. Hanno cercato e voluto l’incarico. Si prendono gli appannaggi e ogni relativo vantaggio, ma non vogliono assumersi responsabilità! Cosa ne pensa, signor Direttore?
Piero Zanettin
Caro lettore,
penso che alcune delle sue affermazioni siano condivisibili.
Non mi pare proprio sia accaduto così. Basti ricordare cosa (non) è accaduto sulla scuola o sui trasporti. O la commedia degli equivoci andata in scena sull’orario del “coprifuoco”: per giorni si sono inseguite le ipotesi più diverse (inizia dalle 18, no dalle 20, no forse meglio dalle 21...). Eppure, avendo già deciso di chiudere bar e ristoranti alle 18, non doveva essere una decisione così complessa da prendere... anche perché che cosa cambia se il divieto scatta dalle 21 o dalle 22 è davvero difficile da capire. Almeno per noi normali cittadini. Dopodiché, in una fase come quella attuale, tutti, aldilà delle differenze, dovrebbero essere chiamati a far prevalere il senso civico e di comunità.