Un politico deve difendere
la credibilità non il consenso

Giovedì 19 Marzo 2015
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Caro direttore,

ho la sensazione che nei confronti del ministro Lupi si stia scatenando la solita orda giustizialista. Percepisco la voglia di veder scorrere il sangue. Peccato però che nessuno ci abbia ancora spiegato di quale reato si sia macchiato Lupi e perché dovrebbe dunque dare le dimissioni




E.B.

Venezia





Caro lettore,

nessuna caccia all'uomo né nessuna volontà giustizialista. Il caso Lupi, per ora, non è un caso giudiziario, ma politico. I politici di solito ritengono che la risorsa per loro più importante, quella da difendere con le unghie e con i denti, sia il consenso. Non è cosi. È la credibilità. Un politico e a maggior ragione un uomo di governo se non è credibile non ha futuro. L'immagine di Lupi che l'inchiesta di Firenze ci ha consegnato è quella di un ministro quantomeno disinvolto e superficiale nei rapporti con personaggi che facevano affari importanti con il suo dicastero e che erano il perno di un sistema tangentizio, Il ministro dice di essere estraneo a questo sistema e di non aver mai chiesto nulla per il figlio. Ma ha accettato che il figlio ricevesse regali preziosi e incarichi da quei clienti ( truffaldini) del suo ministero. Si dirà: non è un reato. Ma è un errore grave, che ne ha intaccato in modo decisivo la credibilità. E di ciò il ministro dovrebbe trarre le conseguenze.
Ultimo aggiornamento: 13:33

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