Non è nostalgico chi rimpiange la politica del passato, ma il mondo è cambiato e in molti non lo hanno capito

Sabato 3 Agosto 2019
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Egregio Direttore,
coloro che prendono spunto dal passato sono spesso visti come retorici, sorpassati o peggio nostalgici ma, lo spettacolo che ci presentano quotidianamente i nostri politici fatto di insulti, volgarità, offese e quant'altro, incrementato dall'uso dei social, lascia un quadro sconfortante che umilia coloro che ancora credono nelle istituzioni e porta il nostro Paese a una decrescita non solo economica ma soprattutto sociale e culturale. Ricordo bene i difficili e tragici anni di piombo con le Brigate Rosse ed altri fatti eversivi, ma la classe dirigente di allora, pur con tanti difetti che sappiamo, era comunque rispettosa degli avversari e delle altrui convinzioni. Per tutto ciò devo ammettere di rimpiangere i vari Berlinguer, Moro e persino Almirante!

Luciano Novello
Mogliano Veneto


Caro lettore, 
nel giugno del 1948, durante un dibattito parlamentare, il deputato comunista Gullo si scagliò contro gli elettori della Dc definendoli nell'ordine: beghine, sepolti vivi e paralitici. Il democristiano Tomba gli rispose per le rime etichettando chi votava comunista come un pregiudicato o, se di sesso femminile, una sgualdrina. Ne seguì una bella e solenne scazzottata: Tomba, assalito da tre deputati comunisti tra i quali c'era anche Amendola, finì all'ospedale e un paio di deputati del Pci dovettero invece essere medicati sul posto. Ricordo questo episodio, perchè anche in passato, il clima tra i partiti è stato spesso rovente e la politica italiana non ci ha risparmiato spettacoli poco decorosi. Ma non c'è dubbio che paragonare le classi dirigenti del passato con alcuni leader o aspiranti tali di oggi, è persino imbarazzante. Tanta è la differenza di preparazione, di spessore culturale, di capacità di elaborazione strategica. Bisognerebbe però chiedersi perchè quella classe politica, che oggi in molti rimpiangono, non sia stata capace di creare, a sua volta, classi dirigenti di eguale valore e sia invece stata spazzata via. È un tema complesso. Ma c'è un evento che fa da spartiacque: la caduta del Muro. Uno choc epocale destinato, com'è poi avvenuto, a cambiare le regole e le prospettive di tutta la politica. Italiana e internazionale. In moltissimi di quei politici non lo compresero o ne sottovalutarono gli effetti. Cultura, esperienza e relazioni non furono sufficienti a far loro comprendere che a crollare non era stato solo un muro, ma un intero mondo. La politica di oggi è in larga misura figlia di quella stagione di cambiamenti. Che ha portato alla fine dei partiti tradizionali e alla nascita di movimenti post-ideologici con una forte connotazione leaderistica e un'attitudine sempre più pronunciata, anche grazie ai social, a rivolgersi direttamente al popolo, saltando i corpi intermedi. Con tutto ciò che questo comporta. In positivo ma anche in negativo.
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