L'opposizione e Salvini: le vecchie categorie della politica sono inefficaci contro il capo della Lega

Mercoledì 1 Agosto 2018
Caro direttore, 
da qualche giorno i tg aprono con la notizia di una ragazza di colore che rischia di perdere un occhio per un'azione brutale e vile da parte di personaggi miseri e senza morale. Deprecabile episodio. I politici hanno rilasciato dichiarazioni allarmate che secondo loro in Italia sta crescendo razzismo e xenofobia. Una considerazione va fatta, in tempi non lontani dei ragazzotti delinquenti hanno bruciato un mendicante che dormiva sotto i portici e lo hanno fatto per noia. Nessun politico si è espresso con tanta enfasi incolpando i governanti come ora lo fanno con il ministro Salvini: razzismo e xenofobia li fomenta solo lui. Famiglia Cristiana lo paragona al diavolo e lo caccia agli inferi. Il politicamente corretto rischia di essere politicamente ridicolo!

Franca Tombola
Campo San Martino (Pd)


Cara lettrice, 
Salvini ha rotto gli schemi del linguaggio e della comunicazione politica, lo ha fatto nell'approccio alla questioni internazionali e a quelle di politica interna. Per qualcuno il ministro dell'Interno è inebriato dal consenso crescente che, stando ai sondaggi, porterebbe la Lega a livello nazionale oltre al 30% e il suo gradimento personale ancora più in alto. Può darsi che in queste considerazioni ci sia una parte di vero. Saranno i prossimi mesi a dirci se Matteo Salvini è un leader destinato a durare o se la sua stella rischia di declinare. Resta il fatto che per i suoi oppositori oggi è un bersaglio inafferrabile, difficile da mettere nel mirino. Non si fanno una ragione del suo successo politico ma per contrastarlo non sanno fare molto altro che ricorrere alle vecchie categorie della politica. Prima delle elezioni ci hanno provato con il rischio di ritorno del fascismo, oggi alzano il vessillo dell'allarme-razzismo. Caricando di significati politici episodi magari gravi che di politico nulla hanno. Sia ben chiaro: nei confronti delle intolleranze e dei razzismi non si deve mai abbassare la guardia ed occorre essere inflessibili. A maggior ragione lo deve essere chi di mestiere fa il ministero dell'Interno. Ma raccontare un'Italia dove dilaga la caccia al nero è un falso storico e un errore politico. E attribuirne la responsabilità a un governo in carica da qualche mese è davvero poco credibile.
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