Egregio direttore,
il 25 agosto alle ore 14 al Passo della Borcola, tra le province di Vicenza e Trento, ho fatto una foto. Riproduce una confezione di tonno appena usata da qualche gitante domenicale poco intelligente, gettata a terra in un posto di sosta lungo la strada. Cosa costava riporla in auto o zaino, è così piccola. Macchè: si vede che l'intelligenza di quel gitante è come la scatola di tonno, piccola piccola.
L'ho raccolta e deposta in contenitore pubblico a 150 metri dopo il Passo.
Sarei molto favorevole ad una tassazione sui veicoli circolanti sui passi montani, se non altro per contribuire alla loro pulizia.
Alberto Stevanin
Caro lettore,
quando si parla di chiudere parzialmente gli accessi ai passi alpini o di introdurre dei ticket per chi li attraversa, in molti protestano perché considerano ingiusto limitare la libertà di circolazione delle persone o intollerabile pagare per percorrere una strada di montagna la cui costruzione è stata resa possibile dai soldi dei contribuenti. Sono obiezioni sensate e comprensibili. A cui spesso se ne aggiungono altre più strettamente legate ad interessi economici locali, anch'esse legittime e degnissime di attenzione. Ma dobbiamo anche essere consapevoli che molto dipende da noi. Dai nostri comportamenti.
Lo dimostra la sua foto. Gli idioti non sono mai mancati, né in montagna né altrove. Ma se i comportamenti incivili aumentano alla pari delle persone che decidono di visitare alcuni luoghi o di percorrere talune strade, è inevitabile intervenire. È necessario agire, anche istituendo divieti o introducendo piccole tasse di accesso. È banale ricordarlo: il nostro patrimonio naturale è enorme, ma non infinito e soprattutto non riproducibile. Purtroppo dobbiamo essere consapevoli che mentre turisti e gitanti crescono a dismisura, i passi, i laghi alpini, i boschi quelli sono. Non si possono moltiplicare. Solo danneggiare o distruggere. Bisogna quindi difenderli e tutelarli. Da noi stessi, innanzitutto.
Ultimo aggiornamento: 12:55
© RIPRODUZIONE RISERVATA il 25 agosto alle ore 14 al Passo della Borcola, tra le province di Vicenza e Trento, ho fatto una foto. Riproduce una confezione di tonno appena usata da qualche gitante domenicale poco intelligente, gettata a terra in un posto di sosta lungo la strada. Cosa costava riporla in auto o zaino, è così piccola. Macchè: si vede che l'intelligenza di quel gitante è come la scatola di tonno, piccola piccola.
L'ho raccolta e deposta in contenitore pubblico a 150 metri dopo il Passo.
Sarei molto favorevole ad una tassazione sui veicoli circolanti sui passi montani, se non altro per contribuire alla loro pulizia.
Alberto Stevanin
Caro lettore,
quando si parla di chiudere parzialmente gli accessi ai passi alpini o di introdurre dei ticket per chi li attraversa, in molti protestano perché considerano ingiusto limitare la libertà di circolazione delle persone o intollerabile pagare per percorrere una strada di montagna la cui costruzione è stata resa possibile dai soldi dei contribuenti. Sono obiezioni sensate e comprensibili. A cui spesso se ne aggiungono altre più strettamente legate ad interessi economici locali, anch'esse legittime e degnissime di attenzione. Ma dobbiamo anche essere consapevoli che molto dipende da noi. Dai nostri comportamenti.
Lo dimostra la sua foto. Gli idioti non sono mai mancati, né in montagna né altrove. Ma se i comportamenti incivili aumentano alla pari delle persone che decidono di visitare alcuni luoghi o di percorrere talune strade, è inevitabile intervenire. È necessario agire, anche istituendo divieti o introducendo piccole tasse di accesso. È banale ricordarlo: il nostro patrimonio naturale è enorme, ma non infinito e soprattutto non riproducibile. Purtroppo dobbiamo essere consapevoli che mentre turisti e gitanti crescono a dismisura, i passi, i laghi alpini, i boschi quelli sono. Non si possono moltiplicare. Solo danneggiare o distruggere. Bisogna quindi difenderli e tutelarli. Da noi stessi, innanzitutto.