Caro Direttore,
si legge a proposito della guerra interna dei 5 stelle (guerra di idee o di potere ?) che Conte, per stipulare la pace con Grillo, dovrebbe rinunciare tra l'altro ad una crisi di governo durante il semestre bianco. Particolare per nulla secondario che dimostra il clima in cui si trovano i partiti, tanto che non mancano i commenti di coloro che considerano le formazioni e movimenti politici del tutto marginali, alla ricerca ossessiva del solo consenso. Dal canto opposto, invece, la linea del governo Draghi trova sempre maggiore sostegno popolare e la convinzione di essere sulla strada giusta anche a livello internazionale. È lecito domandarsi se i partiti siano in grado di cogliere la situazione del Paese, i problemi attuali più importanti e le priorità (la legge Zan?), chiedersi, inoltre, se la democrazia consista nell'esercizio sovente retorico di dispute e di contrapposizioni, oppure nella ricerca concreta di soluzioni e di utili prospettive.
Luigi Floriani
Conegliano (Treviso)
Caro lettore,
lei ha ragione, ma mi sembra di poter dire che né le convulsioni interne ai partiti, né gli scontri tra le forze politiche che fanno parte della maggioranza abbiano finora granchè condizionato l'azione del governo.