Quante cose inutili e banali si scrivono e si dicono. All'uso della parola abbiamo sostituito l'abuso

Mercoledì 5 Febbraio 2020
Caro direttore,
lo scrittore americano Raymond Carver ha scritto questa frase «Le parole sono tutto ciò che abbiamo, perciò è meglio che siano quelle giuste». Questa frase, caro direttore, appartiene a Raymond Carver. Egli arrivava a scarnificare i suoi racconti fino all’osso, fino a che non ne rimaneva che l’essenziale, nessuna parola superflua. A questo mi ha rimandato l’articolo di Alessandra Graziottin apparso lunedì sul Gazzettino. Sempre trasportata dalla passione e da autori che le fanno buona compagnia, afferma: «La parola è il dono più potente che noi abbiamo. Quanti lo percepiscono, lo rispettano, lo coltivano? Essere impeccabili con le parole significa sceglierle accuratamente e consapevoli nell’usarle perché le parole scelte esprimano tutta la loro forza, la loro bellezza e capacità “trasformativa”, di plasmare in meglio noi stessi e gli altri. Ciò presuppone un allenamento attento e costante, che significa leggere tanto, studiare, essere curiosi delle radici delle parole». E qui mi fermo nel citarla Ora scarnifico al massimo la mia riflessione. A lei, caro direttore, che con le parole ci lavora tutti i giorni, sembra di notare, non dico nei politici, Dio ce ne scampi e liberi, ma nella società stessa, atteggiamenti che si avvicinino anche lontanamente a questo splendido modo di intendere la vita?

Tiziano Lissandron
Cadoneghe (Padova)

Caro lettore,
a me sembra di notare un crescente uso sguaiato, inutile e tristemente banale delle parole. Ricordo che un altro scrittore, in questo caso uruguaiano, Eduardo Galeano, affermava: «La mia regola è usare solo parole che migliorino il silenzio». Direi che è un principio oggi decisamente fuori moda. Nel nostro mondo globale e digitale molte persone hanno terrore del silenzio. Lo temono e lo soffrono, perché lo considerano sinonimo di vuoto. E lo riempiono quindi di parole. Invadano i social, le nostre piazze contemporanee, di segni e di vocaboli. Senza spesso preoccuparsi del loro valore, della loro importanza, talvolta neppure del loro significato. L’uso della parola distingue gli umani dal resto del mondo animale e segna uno spartiacque nel processo di evoluzione di ogni bambino. Purtroppo all’uso abbiamo sostituito l’abuso. 
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