Scelte tecnologiche sbagliate e narrazione datata: Tokio 2020 e gli errori olimpici della Rai

Sabato 31 Luglio 2021
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Egregio direttore,
guardo volentieri in queste settimane i giochi olimpici di Tokio trasmessi su Rai due. Mi appassiono anche per le prestazioni dei nostri atleti che tengono alto il prestigio sportivo dell'Italia. Quello che, purtroppo, non riesco a sopportare sono gli elogi sperticati e spesso francamente fuori da ogni contesto logico, dei telecronisti dalla nostra Tv pubblica. Trionfalismi eccessivi e commenti sopra le righe accompagnano puntualmente ogni prestazione dei nostri partecipanti, non di rado sfiorando il ridicolo per piaggeria e nazionalismo. Un sano amor di patria non guasta mai, ma essere troppo innamorati può diventare un grave difetto.


Vittorio De Marchi
Albignasego (Padova)


Caro lettore,
nonostante le difficoltà legate al fuso orario, l'esclusiva per la visione in chiaro delle Olimpiadi di Tokyo 2020 rappresentava una grande opportunità per la Rai, negli ultimi anni esclusa dai network privati da tanti grandi eventi sportivi.

Purtroppo, anche in questo caso, stanno emergendo i molti limiti culturali e le inadeguatezze strategiche della nostra televisione pubblica. Clamorosa e insensata è stata la decisione, presa dai vertici Rai per motivi economici, di non acquistare i diritti in streaming dei Giochi olimpici: quindi chi avesse voluto vedere o rivedere online su Raiplay, con calma e quando ne aveva la possibilità, la vittoria della medaglia d'oro delle nostre canoiste, il flop tricolore dei ciclisti su strada o le partite dei pallavolisti azzurri non ha potuto farlo. La Rai non ha acquistato i diritti per l'online. Nel 2021 può apparire semplicemente incredibile. Evidentemente non lo è per i dirigenti della tv di Stato italiana. Le telecronache e le trasmissioni post-eventi scontano invece i limiti, purtroppo noti, della proposta sportiva della Rai. Gli errori, come il commento di una partita di tennis mentre in video ne scorreva un'altra, ci possono stare in una complessa e lunga kermesse come le Olimpiadi. Quello che stupisce, nel 2021, è la narrazione spesso ingessata degli eventi sportivi, il linguaggio datato e in troppi casi intriso di retorica che finisce per svilire anche la qualità e l'efficacia di commenti tecnici in molti casi di ottimo livello (penso ad esempio a Luca Sacchi per il nuoto, a Franco Bragagna per l'atletica o alle originali analisi post evento di Julio Velasco). La scelta poi di proporre le Olimpiadi su un canale generalista come Rai2 pone degli evidenti, e non facilmente superabili, problemi di palinsesto. Per cui l'irrinunciabile Tg delle 13 può cadere, com'è già accaduto, nel bel mezzo di una finale con gli atleti italiani a medaglia e non c'è alternativa: stop alla visione della competizione. Se ne riparla tra 15 minuti. Ma questa è la tv del Novecento, non degli anni Duemila.

Ultimo aggiornamento: 12:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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