Un buon ministro deve avere l'umiltà di studiare e l'attitudine ad ascoltare e governare per i cittadini

Sabato 13 Febbraio 2021
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Caro direttore,
leggo le dichiarazioni di un ministro del governo Conte dimissionario come tutti gli altri. In sostanza nel suo saluto di addio rivolto al mondo dello sport candidamente afferma che lascia un mondo che non conosceva e per il quale ha vissuto una fase importante che evidentemente sarà utile per il suo futuro; più o meno il succo del suo pensiero. Rimango perplesso e mi domando è possibile che alla guida di un Ministero sia stato collocato un politico che avrebbe dovuto risolvere i problemi del mondo sportivo al contrario ha passato circa 15 mesi per apprendere. Allora per concludere coloro che criticavano il governo per la presenza di soggetti incompetenti non avevano poi tutti i torti e forse operando per mandare a casa l'esecutivo non ha sbagliato?


Romano G.


Caro lettore, 
non è sempre una condizione necessaria che un uomo politico o un parlamentare siano esperti di un determinato settore per assumere un ruolo di governo.

Almeno non lo è per tutti i ministeri. Alla politica è chiesto innanzitutto di scegliere, di mediare, di indicare le priorità, di definire una strategia e una prospettiva. Ai tecnici dei ministeri compete di fornire alla politica gli strumenti per realizzare quegli obiettivi. Abbiamo avuto buoni o anche ottimi ministri (non moltissimi in verità) che non erano degli esperti e pessimi ministri che erano invece espertissimi della materia di cui sono stati chiamati ad occuparsi. Ciò che è invece necessario è che un ministro o un sottosegretario, quale sia la propria formazione, abbiano altre qualità. Innanzitutto l'umiltà di studiare, di capire i meccanismi e le dinamiche del loro settore di competenza. Poi serve l'attitudine ad ascoltare e a non far prevalere le proprie impostazioni ideologiche sulla realtà delle cose e dei fatti. Inoltre è necessario comprendere che si governa un Paese nell'interesse di tutti i cittadini e non solo delle proprie conventicole. Ecco il ministro che lei ha citato, l'ex responsabile dello Sport, non ha fatto nulla di tutto questo. Ha gestito un settore complesso e articolato con supponenza e arroganza. Non solo, per sua stessa ammissione, non lo conosceva. Ma durante il suo mandato non ha fatto nulla per conoscerlo. Del resto non è un caso che uno degli ultimi atti del governo Conte sia stato un provvedimento che ha annullato una riforma del governo dello Sport ideata da questo ministro. Se non lo avesse fatto alle prossime Olimpiadi i nostri atleti sarebbero andati senza il tricolore e senza poter rappresentare il loro Paese, mentre i fondi per i giochi di Milano-Cortina sarebbero stati a rischio. Un lascito significativo per un ministro.

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