Il nuovo Codice antimafia? Illiberale, mostruoso, sbagliato e anche inutile

Martedì 3 Ottobre 2017
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Egregio direttore, 
il Guardasigilli Andrea Orlando ha deciso che corrotti, concussi e stalker vanno perseguiti col massimo rigore. Benissimo. Ma l'introduzione nel nuovo Codice Antimafia del sospetto in sostituzione della prova, per anticipare la confisca dei beni dell'indiziato, mi sembra un po' esagerato. Il sequestro dei beni d'un sospettato prima dell'accertamento di colpa, viola l'ordinamento giuridico tout court. Norma che ha sollevato severe critiche di autorevoli esperti per la palese incostituzionalità. Non vorrei che il sospetto nelle procure si trasformasse in uno strumento di coercizione come avvenne con le manette all'epoca di Mani Pulite, per estorcere confessioni o peggio ancora. Uno strappo del diritto, che avrà riflessi dirompenti sul debole risveglio dell'economia del paese. Da adesso basterà il sospetto d'un illecito, perché a sua discrezione un pm proceda al blocco dei beni del malcapitato di turno. Con queste premesse temo che verranno a mancare quelle spinte industriali verso l'innovazione per il timore degli operatori di trovarsi coinvolti in simili circostanze. 


Renzo Nalon
Venezia


Caro lettore, 
come abbiamo scritto il cosiddetto Codice antimafia è una mostruosità giuridica. Prevedere il sequestro preventivo anche in assenza di una condanna definitiva ma solo sulla base di un sospetto, è infatti la negazione di un principio fondamentale dello Stato di diritto: la presunzione di innocenza. Di fronte a fenomeni di eccezionale gravità ed aggressività come la mafia, è certamente legittimo ricorrere a misure straordinarie. Ma farlo anche per fenomeni gravi, ma certamente non equiparabili alla criminalità mafiosa, come la corruzione è una scelta estremamente pericolosa. A maggior ragione in un Paese dove la giustizia ha tempi biblici e dove quindi un sequestro preventivo rischia spesso di avere effetti definitivi. Purtroppo questo è il frutto malato del giustizialismo che imperversa nel nostro Paese. Una deriva non solo inquietante, ma anche priva di particolare efficacia. Nel corso degli anni infatti sono aumentate le pene e le norme anti-corruzione. Ma la corruzione non è affatto diminuita. E non c'è ragione di credere che questa insensata nuova norma otterrà effetti diversi. Contribuirà invece a rendere ancora più scettico chi vuole investire nel nostro Paese e a fornire nuovi alibi alla burocrazia che, di fronte al rischio di subire condanne preventive così pesanti, frenerà ancora di più la sua attività. I corrotti, invece, continueranno a prosperare.
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