Il caso Morra, risposta a un lettore che non condivide la scelta di Nordio di abbandonare l'anti-mafia

Martedì 1 Dicembre 2020

Egregio direttore,
prendo spunto dall'articolo L'ira di Nordio: lascio l'antimafia, comparso sul Gazzettino di Domenica 29, per esprimere la mia opinione: Nordio (ma anche altri) rimproverano a Morra il come si è espresso su Jole Santelli. Personalmente, non sono rimasto minimamente sconcertato dalle dichiarazioni di Morra. Non ero a conoscenza fosse malata oncologica, ma se questo corrisponde a verità, dò atto a Morra di avermi messo a conoscenza di un particolare già noto ai più, relativo a personaggio pubblico (e se questo non deve interessarmi, lo stabilisco io non altri per me). Molto apprezzo Nordio per i suoi vari articoli che spesso condividevo appieno. Ma se il suo turbamento nei confronti di Morra gli impongono di lasciare l'incarico di consulente all'antimafia, lasci pure. Preferisco che mi si dicano le cose come stanno, piuttosto che qualcuno decida cosa farmi sapere e cosa non farmi sapere. E per niente gradisco che altri vogliano impormi il loro grado di sensibilità.


Diego Turchet

Caro lettore,
temo di essere poco adeguato a difendere le ragioni, che peraltro condivido in toto, di un fine giurista come Carlo Nordio.

Ci provo lo stesso. Il tema posto dalle parole di Morra non è il silenzio o l'esistenza di un vincolo di segretezza sulle condizioni fisiche di Jole Santelli. Come Morra afferma, infatti, in Calabria tutti sapevano della malattia oncologica della candidata governatrice. Non era dunque un mistero. Eppure, ed è questo ciò che assilla e indispettisce l'esponente dei 5stelle, i calabresi l'hanno eletta. Quindi, affari loro, che adesso non si lamentino. Ora, a parte la banalità e la pretestuosità del ragionamento, le parole di Morra sono repulsive e inaccettabili per una ragione che va ben oltre e investe la sfera dei valori a cui una persona àncora la propria attività politica (e non solo).

Forse qualcuno non sarà d'accordo, ma una donna di qualsiasi orientamento che, nonostante una malattia seria, decide di scendere in campo in una competizione elettorale impegnativa come le elezioni regionali, credo meriti grande rispetto. E meritano rispetto soprattutto la sua speranza di vita, la sua pervicace volontà di guardare avanti e di combattere per ciò in cui crede. Prima e, a maggior ragione, dopo la morte. Evidentemente per il presidente della Commissione anti-mafia non è affatto così. Ma questa non è una differenza di poco conto. Perché siamo di fronte a due idee diverse e contrapposte della politica e della polemica politica. Quella di Morra non conosce limiti, è pronta a passare al di sopra di tutto, anche della sofferenza e della morte. Ed è questo, credo, che rende, prima di ogni altra cosa, Morra incompatibile con Nordio e altri come lui.

Ultimo aggiornamento: 14:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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