Troppa ipocrisia sui Mondiali di calcio in Qatar: tutti sapevano, e al primo gol tutti dimenticheranno

Giovedì 10 Novembre 2022
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Caro Direttore,
alla vigilia dei Mondiali di calcio l'ambasciatore del Qatar ha definito l'omosessualità un disturbo mentale. Tante polemiche per i migranti e nessuna voce dai progressisti nostrani si é levata contro le scandalose parole dell'ambasciatore. In questo caso si accetta tutto, anche giocare in un paese che condanna le coppie gay.

Gabriele Salini


Caro lettore,
evitiamo le ipocrisie, quando si è deciso di far svolgere i mondiali di calcio in Qatar si sapeva perfettamente che si era scelto un paese che ignora i diritti civili e non solo. Ciò che ha detto l'ex calciatore Khalid Salman, ambasciatore dei Mondiali per il Qatar, non è una novità: in altre occasioni esponenti del Paese arabo hanno espresso opinioni simili sull'omosessualità. E non solo. Ma del resto: c'è qualcuno che pensa che i Mondiali di calcio si svolgeranno in una nazione simbolo del liberalismo e della democrazia? Nel Qatar la legge islamica della Sharia è la principale fonte legislativa. Nei tribunali del paese la testimonianza di una donna spesso non viene neppure prevista e il codice penale prevede la pena di 100 frustate per una donna giudicata colpevole di adulterio. Indignarsi per le parole di Khalid è inevitabile e del tutto giustificate sono le proteste e anche le proposte di boicottaggio dei mondiali. Ma, anche se vorrei sbagliarmi, temo che non avranno grandi effetti. Ormai fra pochi giorni iniziano i campionati del mondo e basteranno il primo fischio di inizio e il primo gol per far dimenticare tutto questo e anche molto altro.
 

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