Belli i Mondiali in Russia, ma la democrazia non si misura sulla qualità degli stadi

Domenica 8 Luglio 2018
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Caro Direttore,
siamo alle battute finali ma sappiamo già chi ha vinto questi Mondiali di Russia. Si chiama Wladimir Putin che ci ha fatto vedere cose splendide, simbolo di un Paese che giustamente va fiero del suo capo. Sappiamo anche chi li ha persi, e questa non poteva essere che la RAI che ci inondava di immagini di Salvini e Martina mentre tutti stavano guardando da un'altra parte. Fino a quando, Direttore, durerà la nostra pazienza su questi dirigenti da bottega di paese?
Enzo Fuso
Lendinara (Rovigo)

Caro lettore,
i Mondiali innanzitutto li ha vinti il calcio europeo e li ha persi quello sudamericano. La concretezza e la potenza fisica (fortemente alimentata da giocatori di origine africana) delle nazionali del Vecchio Continente ha avuto la meglio sul talento troppo spesso inconcludente e sulla presunzione tecnica dei Messi e dei Neymar. Nel calcio le certezze durano lo spazio di 90 minuti, ma la maldestra uscita di scena di Brasile, Argentina e c. prima delle semifinali non è un fatto casuale. La Russia come paese organizzatore dei Mondiali ha giocato al meglio la sua partita: ma su questo c'erano pochi dubbi. Il sistema oligarchico creato da Putin è una macchina altamente efficiente nella creazione del consenso e i Mondiali erano un'occasione imperdibile per ribadire il potere e la centralità anche internazionale del nuovo zar. La democrazia però è un'altra cosa e non la si misura sulla qualità dei nuovi stadi o delle strutture d'accoglienza per calciatori ed ospiti. Quanto alla Rai ha fatto i suoi conti e ha deciso di dedicarsi ad altro. Ma non vedo troppe ragioni per lamentarsi: Mediaset ha fatto un ottimo lavoro e garantito eccellenti servizi. Gratis e con una qualità che certo non ha nulla da invidiare a quella della tv di stato. Anzi.
Ultimo aggiornamento: 15:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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