A un 15enne dico: se Kean ha provocato o no i tifosi non importa. Nulla può giustificare gli insulti razzisti

Mercoledì 10 Aprile 2019
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Egregio direttore, sono un giovane studente dell'ITT presso l'Astori di Mogliano Veneto. Come tutti i ragazzi della mia età sono appassionato di sport e di calcio. Mi ha molto sorpreso il clamore sollevato sui media dall'esultanza del giovane Moise Kean dopo il gol segnato al Cagliari. Non ho capito molte delle critiche rivolte al giovane calciatore. Personalmente trovo che l'atteggiamento di Kean non sia affatto offensivo: anzi mi ricorda uno dei più famosi monumenti del Cristianesimo. Non mi sembra che il famoso Cristo del Corcovado a Rio de Janero stia sfidando la curva sud del Maracanã E a Lei?

Luca Zanus (15 anni)
Istituto Astori 
Mogliano Veneto (Tv)


Caro lettore, 
neppure io ho visto chissà quali atteggiamenti provocatori o di sfida nella scelta di Moise Kean di rivolgersi a braccia aperte alla curva della tifoseria cagliaritana dopo il gol. E' possibile però che qualcuno, dentro o fuori dallo stadio, abbia interpretato diversamente il gesto di Kean. Ma non è questo il problema. L'attaccante bianconero avrebbe potuto anche esultare in modo sguaiato e manifestare la sua gioia per il gol con atteggiamenti del tutto impropri. Se lo avesse fatto i tifosi cagliaritani avrebbero avuto buon gioco a rispondergli per le rime. Credo che, in quel caso, il giovane attaccante sarebbe stato anche giustamente e pesantemente sanzionato dalla Juventus e punito in modo adeguato con qualche giorno di squalifica dalla Commissione Disciplinare. Ma anche in questo caso non sarebbero stati ammissibili nè tantomeno giustificabili gli insulti e gli ululati razzisti di cui Kean è stato fatto oggetto nello stadio cagliaritano dopo il gol. Chi frequenta gli stadi sa bene che il tifo, soprattutto quello organizzato, non si limita a sostenere con cori e striscioni la propria squadra. Spesso si scaglia in modo assai colorito contro la squadra avversaria o contro qualche giocatore, superando i limiti del buon gusto e della civiltà. Nel calcio ci sono rivalità storiche e recenti che è ben difficile superare. Ma nulla, neppure il gesto più irridente o volgare, può giustificare gli insulti razzisti. E chi si macchia di questi atti non va in alcun modo compreso o giustificato. Va escluso dagli stadi.
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