Egregio direttore,
le racconto questa mia personale esperienza credo però vissuta anche da altri cittadini. Venerdì 24 settembre provo a prenotare una visita dalla mia dottoressa di base. Una gentile segretaria, dopo molte chiamate perse, mi spiega che la dottoressa non c'è, ritenti lunedì 27 alle 8.30. Così faccio e verso sera, dopo altre chiamate perse, una gentile segretaria prende il mio numero e mi dice che mi chiamerà la dottoressa per la prenotazione. Quando? Oggi o domani. Passa lunedì, passa martedì, nessuna telefonata. Mercoledì mattina telefono all'altro ambulatorio dove esercita la dottoressa, questa è la mia fortuna! Non sono registrata, ma la gentile segretaria alla fine mi registra e mi prenota pure per il 21 ottobre alle 12.30. Un mese circa per avere una visita dal proprio medico di base. Ho pensato che sia una nuova politica della salute dei nostri governanti veneti. Se il malanno è da poco in un mese guarisce, non occorre prendere medicine, la sanità pubblica risparmia e ne guadagna anche la salute, le medicine sono piene di controindicazioni. Se il malanno è grave, o si è costretti ad andare in pronto soccorso, ma anche lì non è facile: il covid, le file scoraggiano. O si decide di non curarsi come cominciano a fare molti. Dopo un mese la malattia può essere irreparabile. Destino baro e crudel? No, i nostri governanti veneti penso che forse seguano Darwin: l'evoluzione della specie dipende dalla selezione naturale, quindi solo i ricchi, potendo pagare un medico privato, sono degni di sopravvivere.
Giovanna Lazzarin
Venezia
Cara lettrice,
più che a Darwin e alla selezione naturale, il mio pensiero dopo aver letto la sua mail, è andato a un grande della storia del teatro, Molière, che una volta scrisse: «Non è solo per quello che facciamo che siamo ritenuti responsabili, ma anche per quello che non facciamo».