Cambiare idea non è peccato. Anzi spesso è un atto di coraggio. Basta avere l'onestà di ammetterlo

Venerdì 26 Febbraio 2021
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Caro direttore,
Matteo Renzi aveva promesso al senatore Marini il suo incondizionato appoggio per la sua elezione a Presidente della Repubblica Nel segreto dell'urna venne meno alla promessa. Deluso e rattristato Marini si ritirò dalla politica. Matteo Salvini folgorato non sulla via di Damasco ma sulla via di Palazzo Chigi, da acceso anti europeista diventò fervente europeista. I due personaggi assomigliano a un giocattolo, che mia sorella mi costruiva, quando ero un ragazzino. Lo prendevo con una mano e felice correvo per il campasso, mentre un venticello primaverile lo faceva girare velocemente. Era una girandola.


Franco Rigo
Noale (Venezia) 


Caro lettore,
le girandole hanno sempre agitato e animato la nostra vita politica.

Oggi come ieri. Ci sono poi stagioni in cui il vento del cambiamento ( o del trasformismo, dipende dai punti di vista) soffia con maggiore forza e induce leader e peones a riposizionarsi per non esserne travolti e spazzati via. Quella che stiamo vivendo sembra essere una di quelle stagioni. Il nuovo vento del Nord, scatenato dall'effetto Draghi, ha infatti scombussolato il nostro quadro parlamentare riunendo in unico esecutivo forze e uomini politiciche mai e poi mai avrebbero immaginato di poter far parte della stessa maggioranza e di sedere fianco a fianco negli scranni del medesimo governo. Per raggiungere questo risultato e non essere presi in contropiede, in molti hanno dovuto prodursi in acrobazie dialettiche e complessi giri di valzer. Matteo Salvini, dopo qualche iniziale incertezza, si è scoperto fervente europeista. I 5stelle hanno improvvisamente capito che Mario Draghi non è un bankster (elegante definizione coniata qualche anno fa da uno dei neo nominati sottosegretari grillini) bensì «uno di loro», come ha detto, rinverdendo il suo passato di comico, Beppe Grillo. Zingaretti ha annunciato solennemente che il Pd e la Lega sono alternativi, ma ciononostante si è dovuto rassegnare al fatto che governino insieme. Renzi, abituato a slalomeggiare con disinvoltura tra i marosi della politica nostrana, prima con una capriola ha fatto nascere il governo Conte 2, poi l'ha fatto cadere e si è accomodato nel Draghi 1, dimenticando per strada la sua stella cometa, il Mes di cui oggi nessuno, neppure lui, parla più. Potremmo andare avanti con altri esempi e altre girandole. Fermiamoci qui. Perchè cambiare idea non è un peccato. Anzi, talvolta, è un apprezzabile atto di coraggio. Purchè si abbia l'onesta intellettuale di ammetterlo. E di non farlo diventare un'abitudine. Anzi: una brutta abitudine.

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