Egregio Direttore,
Quando ho letto la notizia della scarcerazione e relativa fuga del ragazzo che accoltellò Marta Novello speravo non fosse vera. Invece, al di là delle solite falle della Giustizia, ciò che mi sbigottisce, a parte l'atteggiamento del ragazzo il cui primo pensiero è stato poter tornare a giocare alla Play Station con gli amici, è la complicità della madre e dei parenti.
E' naturale che una madre protegga sempre i figli, ma, visto che non si parla mai di padre, non sarebbe stato meglio aiutarlo prima del fattaccio?
Non per fare il moralista, ma per rispetto della vittima.
Luciano Novello
Mogliano Veneto
Caro lettore,
è sempre difficile giudicare il comportamento di una madre.
Però diciamo anche che all'origine di questa incresciosa e assurda situazione c'è innanzitutto un clamoroso e inaccettabile errore da parte di qualche ufficio giudiziario. Una data sbagliata a qualcuno potrà sembrare un'inezia, una banale disattenzione da giustificare magari con gli elevati carichi di lavoro.
Nella realtà quando in gioco ci sono la vita e la sofferenza delle persone non c'è mai nulla di banale o irrilevante. E ciò che in questa vicenda non abbiamo ancora ascoltato è: scusate. Forse qualcuno in qualche ufficio giudiziario avrebbe dovuto pronunciare questa semplice parola. Non ci pare sia successo.
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