Venezia ha il dovere di ricordare Mario Messinis con un gesto che resti nella storia della città

Giovedì 10 Settembre 2020
Caro direttore,
la scomparsa di Mario Messinis priva Venezia e il mondo della cultura musicale di un insostituibile protagonista e testimone. Il corpus delle sue acutissime critiche su Il Gazzettino assieme ad atti di convegni e seminari, costituisce la più completa bussola e penetrante memoria storica di ciò che è stata la vitalità musicale veneziana a partire dalla seconda metà del Novecento. Vitalità anche della Musica stessa, liberata dagli angusti e nostalgici confini della mummificazione e della museificazione rivolti a pochi, e invece raccontata e indagata, con indipendenza e senza alcun pregiudizio, anche e soprattutto nei tanti rivoli della creatività contemporanea: testi, ma anche letture (interpretazioni) e messe in scena. Come suo stretto collaboratore, tra gli innumerevoli ricordi cito solo che mi colpì come appoggiò prontamente da sovrintendente del Teatro La Fenice, nonostante un iniziale aggrottare la fronte che comunicava la consapevolezza che si stesse imboccando un percorso di sperimentazione alquanto scivoloso e non primo di incognite, il progetto Sonopolis, propostoci e curato dal Maestro Nicola Cisternino, che per diversi anni, oltre a stimolare in sedi diffuse (musei, chiese, sedi universitarie) la conoscenza dell'opera di compositori contemporanei affermati (Nono in primis), offrì un palcoscenico a decine di compositori attuali e meno conosciuti. È stato sovrintendente del Teatro La Fenice nel suo periodo più difficile e buio assumendone l'immane responsabilità dopo il devastante incendio, ed è stato soprattutto suo il merito se, insieme a Paolo Pinamonti riuscì prontamente a farla rinascere dalle sue ceneri musicalmente e teatralmente. Dell'affabilità e dell'umiltà non parlo: sappiamo tutti che sono doti personali rivelatrici di chi ha molto da insegnarci per competenza, intelligenza e spirito civico. In un panorama spesso dominato da inconsistenti narcisisti, prediligeva, il più possibile, restare dietro le quinte, lasciare ad altri e all'umana vanitas gli applausi. Sarebbe bello che, per tributargli un doveroso ringraziamento, si istituisse in suo onore un premio (borsa di studio? ospitalità residenziale?) per giovani compositori.

Domenico Cardone

Caro lettore,
facciamo nostra la sua proposta. Anzi, andiamo oltre: perché Venezia, come ha sottolineato ieri su queste colonne anche Massimo Cacciari, ha il dovere di ricordare Mario Messinis con un gesto e un segno che restino nella storia della città. Venezia è alle battute finali della campagna elettorale per la scelta del sindaco. I candidati, in questo periodo, sono sempre generosi in fatto di impegni e di promesse. Sarebbe bello se si assumessero anche questo impegno, piccolo nella sostanza ma grande nel suo significato e nel suo messaggio: dedicare un luogo di Venezia a Mario.
Ultimo aggiornamento: 11:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci